Allagamenti aCittà Sant’Angelo: il modulo per il risarcimento dei danni SCARICA

cittasantangelo_allagamentoCittà Sant’Angelo. Tanti i danni subiti dai cittadini angolani nel corso dell’ondata di maltempo del 12 e 13 novembre. Il Comune mette a disposizione un modulo per la richiesta di risarcimento: patrimonio pubblico danneggiato per 90mila euro.

Dopo il maltempo e l’esondazione del Saline avvenuta tra il 12 e il 13 scorsi, tutti i privati che hanno subito danni possono inoltrare segnalazione al Comune attraverso il modulo predisposto dalla Protezione Civile che è possibile trovare sul sito istituzionale www.comune.cittasantangelo.pe.it., presso il comando della Polizia Municipale nel centro storico, in via Circonvallazione 2, o scaricandolo cliccando qui

I tecnici del Comune hanno già effettuato una stima dei danni al patrimonio pubblico, che ammonta ad 90.500 euro, mentre i privati dovranno segnalare i danni subiti entro il 12 dicembre, ovvero 30 giorni dalla data dell’evento. Da quel momento gli uffici comunali avranno la possibilità di comunicare alla Regione una stima completa dei danni sul territorio. 
Restano da quantificare con precisione, poi, le spese per il primo intervento, l’accoglienza e il trasporto nella notte dell’evacuazione di Marina.
“La giunta comunale” spiega il Sindaco Gabriele Florindi “ha già fatto richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Nel frattempo abbiamo predisposto la modulistica e la macchina burocratica per il recepimento delle domande di risarcimento”. Sarà la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tramite la Regione, a riconoscere o meno lo stato di calamità e quindi provvedere allo stanziamento di risorse per coprire le spese per ripristinare lo stato dei luoghi precedente l’esondazione del fiume Saline. “E’ chiaro che la disponibilità di rimborsi dipende tutto dal riconoscimento dello stato di calamità”, precisa il sindaco, “i moduli che i cittadini sono invitati a consegnare servono a stimare i danni, non ad ottenere automaticamente un rimborso”.

“Inutile dire”, conclude Florindi, “che nel computo dei danni dovuti all’acqua andrebbe aggiunto anche il peggioramento del manto stradale, nelle vie dove era ammalorato, dovuto in questo caso alle abbondanti precipitazioni. Purtroppo non possiamo inserire anche questi danni nella richiesta di rimborso, ma è chiaro che avere tutti gli interventi di manutenzione bloccati dai vincoli del patto di stabilità ci penalizza anche in questo caso”. 

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