Pescara, fioccano le multe: la marineria torna a bloccare l’asse attrezzato

ALIM4410Pescara. Multe, fino a 12mila euro, per 18 pescherecci, con relativo sequestro delle reti indispensabili a proseguire l’attività. Ancora amareggiata per il lungo stop obbligato dal mancato dragaggio, la marineria pescarese torna in agitazione e si prepara a tornare in piazza per far valere le proprie ragioni. Martedì si torna a bloccare l’asse attrezzato.

Hanno aspettato mesi e mesi, costretti a non lavorare per un dragaggio che non arrivava. Poi, mentre le draghe scavavano, intrappolati in un porto insabbiato, sono rimasti sulla banchina a guardare i pescherecci salpati da altri porti venire a pescare nelle loro acque. Infine, quando finalmente le barche di Pescara hanno potuto riprendere il largo, l’ennesimo blocco imposto dal fermo biologico. Solo da settembre inoltrato, dunque, i 56 equipaggi pescaresi che operano la pesca a strascico hanno potuto riprendere ad operare a pieno ritmi, ma la mannaia amministrativa non li ha risparmiati a lungo.

A quanto risulta dalle prime informazioni, un nuovo decreto ministeriale approvato a luglio ha imposto per 8 settimane dalla fine del fermo biologico il divieto di pesca entro le 6 miglia dalla costa. Norma che si scontra contro l’ordinarietà delle licenze per lo strascico che impone il limite a 3 miglia. L’estate travagliata ha trovato impreparati i pescatori dannunziani, che in questi giorni si sono trovati accerchiati dalle motovedette della capitaneria di porto, pronta ad elevare multe e a sequestrare il pescato e le reti ritenuti “di frodo”.

“Pescare in zone e tempi vietati dalla normativa comunitaria e nazionale”: questa la dicitura che in 18 armatori si sono ritrovati scritta sui verbali rilasciati dalla Capitaneria, con relativa multa compresa tra un minimo di 2mila a un massimo di 12mila euro, che si tramutano nelle 4mila standard contemplate dalla formula del pagamento immediato, quella offerta se si rinuncia a ricorrere in appello. Oltre alla decurtazione di 6 punti dalla licenza dell’impresa di pesca e altrettanti dal libretto del comandante: il corrispondente della patente degli automobilisti. Ma ciò che più danneggia i piccoli imprenditori della pesca è il sequestro, mediante apposizione di sigilli in piombo, delle reti usate nelle “acque vietate”: reti che, il più delle volte, sono le uniche a disposizione e senza le quali l’attività famigliare viene di fatto paralizzata.

La categoria, dopo alcune settimane di calma, torna ad avere il sangue ribollente nelle vene e a parlare di provvedimenti ingiusti. “Per undici lunghi mesi”, ricorda il presidente dell’Associazione armatori Mimmo Grosso, “abbiamo sopportato bugie, false promesse, inganni, abbiamo sopportato persino che le altre imbarcazioni provenienti da altri porti facessero razzie nelle acque antistanti Pescara, dove era vietata la pesca a chiunque. Dov’era a quel tempo la Guardia costiera?”. Il riferimento, ovviamente, è al travaglio patito per il porto insabbiato : “Oggi dopo 11 mesi di fermo pesca forzato”, aggiunge il rappresentante della marineria, “dopo essere ritornati in mare con l’inganno in quanto il dragaggio non è ancora terminato, come premio per quanto fatto e sopportato ora siamo maltrattati in tutti i modi”. Parole che si traducono in una richiesta di maggiore tolleranza, in rispetto a quanto causato da un’inerzia innegabilmente amministrativa.

LA MARINERIA SI RICOMPATTA: BLOCCHEREMO L’ASSE ATTREZZATO

Multe alla mano, quella tolleranza non è stata concessa. Ecco perché, se dopo il riavvio della pesca si era apparentemente sfaldata, la marineria di Pescara torna a compattarsi per una nuova causa comune. Grosso chiama all’appello tutti i colleghi e annuncia una manifestazione di protesta per la mattina di martedì 5 novembre:  “Bloccheremo”, illustra dalla propria pagina Facebook, “dapprima l’asse attrezzato, poi ci recheremo in Capitaneria di Porto e solo quando le multe saranno tolte e le reti dissequestrate toglieremo il blocco”. La strategia di protesta è quella già messa in campo nelle numerose manifestazioni di piazza inscenate durante la “vertenza-dragaggio” per rivendicare il diritto agli indennizzi e alla cassa integrazione per il mancato lavoro. Quanto sarà imponente questa nuova manifestazione dipenderà tutto dalla risposta dei pescatori all’appello di Grosso: “La partecipazione deve essere di tutti, armatori e lavoratori dipendenti,in quanto tutti”, sottolinea ancora, “potevano ed hanno usufruito dei benefici di una pesca abusiva”.

RIVEDI IL DOCUMENTARIO SULLA CRISI DELLA MARINERIA PESCARESE

 

Daniele Galli


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