Spoltore: il primo ottobre il verdetto sulla ‘Cabina di regia’

tribunale_scrittaPescara. Si conoscerà il primo ottobre la decisione del Gup Di Fine sull’inchiesta targata Gennaro Varone relativa ad urbanistica e appalti pubblici a Spoltore. Ranghelli, Vernamonte e Roselli rischiano il processo insieme a 13 imprenditori. Tra questi anche Marcello Sborgia.

E’ attesa per il prossimo primo ottobre la decisione del gup del tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, riguardante l’inchiesta del 2011 relativa al Comune di Spoltore, che conta tra i 16 imputati l’ex presidente del consiglio regionale, Marino Roselli, l’ex sindaco di Spoltore Franco Ranghelli, e l’ex vice presidente di Ambiente Spa, Luciano Vernamonte. Nel mirino del pm Gennaro Varone, che ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, ancora una volta, opere legate all’assegnazione di appalti pubblici: la redazione del nuovo piano regolatore, l’appalto del servizio di riscossione dei tributi della pubblicitaè e le sanzioni per le violazioni del codice della strada, l’accordo di programma per l’ampliamento del cimitero, un progetto per la realizzazione di appartamenti nella zona del fiume Pescara.

Oltre a Ranghelli, Roselli e Vernamonte, sono imputati altri componenti della pubblica amministrazione: Ernesto Partenza, ex assessore all’urbanistica, Mario Angelo D’Eramo, ex responsabile ufficio Autorità di bacino della Regione Abruzzo, Pino Luigioni, ex consigliere comunale; Claudio Santurbano, ex assessore ai lavori pubblici, i tecnici comunali Bruno Crocetta ed Emilio Di Paoloemilio, Tullio Michele Ernesto Santroni, dirigente comunale. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, tentata concussione, falso ideologico, abuso d’ufficio. Secondo l’accusa Ranghelli, Roselli, Vernamonte, Partenza, D’Onofrio e Luigioni avevano creato “un vero e proprio organo decisionale, denominato cabina di regia, estraneo agli organi istituzionali preposti all’amministrazione del Comune di Spoltore, che venivano così esautorati, allo scopo di condizionare le scelte amministrative e politiche di tale ente e di consentire affari e personalismi”.

Affari presubilmente condotti con una folta schiera di uomini d’affari: gli imprenditori Luigi Zampacorta e Alessandro D’Onofrio, Enzo Giansante, responsabile di zona della Maggioli Spa il geometra Giuseppe del Pretaro e i costruttori Alessio Carletti e Marcello Sborgia.

Quest’ultimo, in particolare, è l’uomo che il 21 gennaio scorso si asserragliò nella sua scommesse di Santa Teresa minacciando di spararsi se la banca non gli avesse concesso un prestito. Sborgia, fin da subito, sostenne che la sua critica situazione cominciò proprio con il coinvolgimento nell’inchiesta penale.

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