Montesilvano: il Saline-Alento fuori dalla bonifica del ministero

salinealento_sitobonificaMontesilvano. Il Saline e l’Alento fuori dai siti nazionali da bonificare. Un decreto del ministero riduce da 57 a 36 i siti di interesse nazionale: la bonifica passa in mano alla Regione. Il Wwf: “Dopo 10 anni solo uno scaricabarile tra enti, non sono cambiati i livelli di inquinamento. Il Ministero dell’Ambiente ha fallito, di bonifiche solo lievi tracce”.

I fiumi Saline ed Alento escono dall’elenco dei Siti Nazionali per le Bonifiche diventando Siti di interesse regionale. Il Ministero dell’Ambiente ha varato recentemente un decreto, in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con cui vengono riclassificati i Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche. A riferirlo è il Wwf Abruzzo, spiegando come dei 57 siti rimangono di competenza nazionale 36 aree, tra cui Bussi, mentre gli altri vengono declassati a siti di competenza regionale. Tra questi ultimi, appunto, il Saline-Alento.

Risale al 2003 la perimetrazione del sito: “In questi 10 anni si sono riscontrate gravissime inadempienze degli enti locali nell’attuazione delle procedure di legge per le bonifiche e delle indicazioni del Ministero dell’Ambiente”, sostiene in una nota l’associazione ambientalista. “L’arta”, prosegue il Wwf, “ha impiegato 4 anni per produrre la caratterizzazione del sito che ha dimostrato un inquinamento diffuso dei terreni e delle falde, con rifiuti interrati fino a 5 metri di profondità e presenza di diossina, idrocarburi e altre sostanze pericolose. Il comune di Montesilvano in 10 anni è riuscito solo a definire la messa in sicurezza d’emergenza della discarica di Villa Carmine. In questi anni lungo i due fiumi sono stati calati interventi da parte di enti pubblici senza porsi il minimo problema della presenza del sito per le bonifiche e delle stringenti norme di sicurezza. E’ il caso del Porto di Francavilla al Mare, bloccato durante la costruzione dal Ministero solo grazie alla segnalazione del WWF. Nessuno, a partire dal Comitato VIA della Regione, che approvò il progetto, si era accorto che l’opera ricadeva nel SIN. In questi anni, nonostante l’accertata presenza di diossina nei terreni e le plurime segnalazioni del WWF e della stessa regione, le ASL non hanno assicurato alcun controllo specifico. Oggi, grazie allo studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità sappiamo che nei siti inquinati vi sono effetti gravi sulla salute dei cittadini; incredibilmente, i siti abruzzesi non sono neanche rientrati nello studio! 
“Siamo davanti ad clamoroso fallimento di tutte le istituzioni dello Stato”, afferma Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo, da quelle nazionali a quelle locali. Il Ministero dell’Ambiente è, per legge, il responsabile ultimo di questa situazione in quanto il D.lgs 152/2006 individua nel ministero l’organo competente per le procedure di bonifica nei Siti Nazionali. In 10 anni non è riuscito a condurre in porto nelle aree pubbliche neanche mezza bonifica. A malapena si è tentato qualche intervento di messa in sicurezza che, come ha dimostrato la recente inchiesta di Report, si è tradotto in micro-progetti di facciata del tutto inutili ed inefficaci, in alcuni casi anche imbarazzanti, con teli di protezione strappati e immersi nell’immondizia. Nel frattempo le sponde dell’Alento e del Saline continuano ad essere discariche abusive di rifiuti di ogni tipo, come dimostrano i sopralluoghi che abbiamo svolto negli ultimi giorni.”
“In 10 anni”, aggiunge il presidente del Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio, “gli enti locali e le forze di polizia non sono riuscite a stroncare questo fenomeno, quando già nel 2004 il Wwf in Conferenza dei Servizi denunciava la questione e la necessità di attuare controlli, anche con videocamere. Questo decreto sancisce, come detto, un fallimento dello Stato e, come al solito, senza un’assunzione di responsabilità per l’assenza di risultati. Uno scaricabarile in piena regole sulla testa delle persone e dell’ambiente, visto che l’inquinamento accertato resta. Ora, con un mero tratto di penna, la “palla” passa alla Regione Abruzzo che è largamente impreparata, per stessa ammissione dei dirigenti del settore rifiuti, a gestire situazioni così complesse. Auspichiamo che gli uffici regionali siano fortemente potenziati per affrontare come si deve la questione. L’unica consolazione è che sono rimasti i pochi fondi stanziati dal Ministero, peraltro largamente insufficienti”.

Impostazioni privacy