Grande Pescara: le ragioni del no

Quella della Grande Pescara – la fusione tra Pescara, Spoltore e Montesilvano – è per Licio Di Biase, ex presidente del Consiglio Comunale di Pescara, una gran carognata. 

Alla luce del referendum consultivo, di cui nessuno si è accorto, circa la fusione tra Pescara, Spoltore e Montesilvano per fare una città da quasi 200.000 abitanti, mi viene voglia di dire che siamo di fronte all’ennesima carognata a cura, questa volta, non solo dalla classe politica, ma di tutto un mondo sociale ed economico attratto da questa idea di avere una grande città nel medio adriatico“.

Pescara e Spoltore sono stati già fusi in un unico Comune con Regio Decreto n. 36 del 16 febbraio 1928 quando i Gerarchi fascisti vollero fare questa scelta per rafforzare la centralità di Pescara rispetto al territorio circostante, ma poi dopo la guerra, come era naturale che fosse, con la nascita della Repubblica e l’avvio della stagione democratica, tutto tornò nella normalità!“, rammenta Licio Di Biase.

Ora, avviare la macchina per la fusione a freddo è assurdo. E’ andare contro la logica storica, territoriale ed anche socio-economica e antropologica“.

E’ ora di agire per contrastare questo volgare sopruso delle identità territoriali. Chiedo agli attuali amministratori dei tre Comuni di dire qualcosa e di non subire stancamente questo processo di cui tra qualche decennio di pentiremo amaramente“, ha concluso irato Di Biase.

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