San Benedetto dei Marsi, assolto ma resta ai domiciliari. La lettera: sto morendo di fame

San Benedetto dei Marsi. Accusato di tentato omicidio resta in carcere per quasi 250 giorni. Poi arriva l’assoluzione.

 

In realtà la detenzione domiciliare, nonostante la recente sentenza, resta. E’ un calvario senza fine quello di Roberto Di Genova, 40 anni, di San Benedetto dei Marsi, che in una lettera aperta lancia un appello.

 

 

 

“Ancora oggi sono agli arresti domiciliari”, scrive nella lettera, ” nonostante una sentenza di assoluzione del 7 febbraio del 2019, stremato dalle continue lungaggini giudiziarie sono ormai arrivato ad uno stato di disperazione.

 

Da più di 8 mesi non posso andare a lavorare. Mangio sulle spalle di mio padre 70 enne che percepisce una pensione di 500 euro al mese. Mi hanno staccato le utenze domestiche può immaginare le condizioni fisiche e psicologiche in cui mi trovo.

Dal 16 gennaio del 2019 è stato emesso un provvedimento di riduzione della misura cautelare dal Tribunale di Avezzano che, come detto all’inizio si è tradotta in una sentenza di assoluzione, il Tribunale di Pescara (dove è in corso un altro procedimento a mio carico) appellandosi a cavilli burocratici, rifiuta di adeguarsi alla sentenza dei loro Colleghi di Avezzano (come per altro dice la Cassazione [Cass.Pen. Sez I n.42430 del 16/09/2013].

La conclusione è che io sto morendo di fame sto trascinando sul baratro anche quel pover’uomo di mio padre. Chiedo che mi venga riconosciuto uno dei diritti fondamentali di ogni uomo, e cioè quello di andare a lavorare e guadagnarmi da vivere, in attesa dell’iter giudiziario faccia il suo corso.

 

 

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