L’Aquila, l’allarme della ristoratrice: ‘chiudo oggi per non fallire’

L’Aquila. “Purtroppo lo Stato ci ha abbandonati. Abbiamo dovuto chiudere il 15 gennaio, costretti dalle spese altissime: solo per citare una bolletta, quella dell’elettricità è arrivata a 5.300 euro, rispetto ai poco più di 2mila cui siamo abituati. E per non chiudere per sempre,
abbiamo deciso di non riaprire oggi”.

Ambra Berardini, proprietaria del ristorante “Le Fiaccole” a Fossa, comune a una decina di chilometri da L’Aquila, non avrebbe mai immaginato trent’anni fa, quando aprì l’attività creando occupazione, di arrivare a questo punto. Ha deciso che riaprirà a marzo. Il suo
ristorante è stato per 18 anni al centro all’Aquila: superato il terremoto del 2009, nel 2017 la decisione di trasferire tutto a Fossa, dove si confermò una delle strutture più rinomate del territorio, specialmente per banchetti e cerimonie.

Il locale è grande e, proprio per questo, oggi i costi non sono sostenibili: “Soprattutto perché – sottolinea Berardini – i clienti non ci sono o sono sempre troppo pochi. Tra quarantene, green pass e terrorismo psicologico circola poca gente. A moltiplicarsi sono
solo le disdette a cascata, da due anni non si può neanche più contare sulle cerimonie, continuamente rimandate o mai riprogrammate. E come non capirli i clienti, è impossibile fare piani anche solo per domani, figuriamoci organizzare cerimonie”.

“Abbiamo deciso da soli di chiudere, stavolta senza che ce lo ordinasse il Governo e quindi senza poter contare sui ristori che, per quanto insufficienti, almeno l’anno scorso c’erano”.

Ma chiudere costa meno: “Siamo stati obbligati – conclude Berardini – Tra l’altro la Cig per i dipendenti nel 2022 non è ancora prorogata. Fortunatamente, se così si può dire, abbiamo solo quattro persone che lavorano con noi, ma significa comunque quattro famiglie, oltre alla mia. E non abbiamo altre entrate. Chiudiamo e basta, senza poter contare su altro. Apriremo, se possibile, solo su prenotazione per qualche banchetto. Almeno fino a marzo. Non possiamo fare progetti a lungo termine”.

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