Rapino, condannata ex conceria. Il Consiglio di Stato: ‘Chi inquina paga’

Rapino. “L’Amministrazione di Rapino ha sempre avuto ragione. Con questa sentenza si mette definitivamente fine ai tentativi di chi voleva far credere che la ex conceria SAGIFUR non fosse responsabile del gravissimo inquinamento con sostanze cancerogene delle nostre falde acquifere.” – dichiara soddisfatto, ma senza nascondere l’amarezza, il Sindaco Rocco Micucci

Il Consiglio di Stato, secondo il principio “chi inquina paga”, ha accolto l’appello del Comune di Rapino e, in riforma della sentenza del TAR 457/2015, ha respinto il ricorso della SAGIFUR avverso l’ordinanza che imponeva di “attivare tutte le necessarie misure di messa in sicurezza di emergenza della falda nel sito ubicato in Via Madonna della Libera, oggetto della relazione ARTA (l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente dell’Abruzzo), n. 2906 del 25 maggio 2011, (confermata anche dall’I.S.P.R.A. e dal CTU della Procura di Chieti), nonché di predisporre il piano di caratterizzazione per il suddetto sito da presentare al Comune stesso ed agli altri Enti competenti”.

“Adesso non vi è più alcun ostacolo a che la soc. SAGIFUR proceda, a suo carico, alla messa in sicurezza della falda attraverso il piano di caratterizzazione del sito. Una bonifica necessaria per risanare l’ambiente compromesso dall’attività della ex conceria e restituire, si spera, la possibilità un domani di tornare ad utilizzare le falde acquifere. Certo non sarà mai abbastanza per ripagare le conseguenze sulla salute dei cittadini, che possiamo solo ipotizzare, alla luce dei tanti casi di cancro che hanno colpito i nostri cittadini.” – continua il Primo Cittadino di Rapino.

Questa sentenza si aggiunge anche alle due sentenze penali: quella di primo grado che ha visto i titolari della Sagifur essere condannati a 2 anni e 2 mesi per disastro ambientale colposo; quella di appello che ha dichiarato prescritti i reati a carico degli imputati essendo passati ormai oltre 10 anni dai fatti accaduti. Ma entrambe hanno ribadito che responsabile del grave inquinamento è stata la Ditta SAGIFUR.

“L’Amministrazione ora -conclude il Sindaco – imporrà il rispetto immediato dell’ordinanza di bonifica e anche di quella, per la quale sempre il Consiglio di Stato ha condannato definitivamente i titolari della SAGIFUR, di demolizione dei capannoni realizzati abusivamente in spregio alle normative che tutti i cittadini devono rispettare.”

Il Consiglio di Stato ha, altresì, condannato la SAGIFUR alla rifusione in favore del Comune di Rapino delle spese del doppio grado di giudizio per l’importo di euro 15.000,00 oltre accessori.

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