Ortona: incendio doloso alla carrozzeria, assicurata, ma la compagnia di assicurazione non risarcisce

L’odissea dei titolari di un’attività di Ortona, assistiti da Studio3A, da mesi in attesa dell’indennizzo dovuto loro da UnipolSai per attrezzature e veicoli andati distrutti

Ortona. L’incendio, per di più doloso, devasta la loro carrozzeria, distruggendo veicoli e attrezzature, oltre alle strutture, ma, pur essendo regolarmente assicurati, ad essendo già stata definita la somma da liquidare, in più di un anno non hanno visto un euro di risarcimento. Vittime dell’ennesimo caso di “assicurazione lumaca” i titolari della Ds Capital di Ortona, che ormai da mesi si stanno battendo con Studio3A, che li assiste, per ottenere da UnipolSai quanto spetta loro di diritto, una somma peraltro fondamentale per rimettere in piedi la loro attività.

L’inquirente episodio accade poco dopo la mezzanotte dell’11 novembre 2019: i vigili del fuoco di Chieti ricevono la chiamata che dà l’allarme alle 0.49 e in dieci minuti sono in via Schiavi 32, dove si trova il capannone. Il quadro però è già critico: le fiamme avvolgono un camion Iveco parcheggiato all’esterno, ma escono anche dall’interno del fabbricato, che presenta una situazione di incendio diffusa ed il portone scorrevole aperto. I pompieri devono lavorare due ore e mezzo per domare il rogo e mettere in sicurezza i locali, ma, nonostante il loro rapido intervento, i danni sono ingenti: oltre alle strutture interessate dal fumo e delle fiamme, sono andate distrutte innumerevoli attrezzature della carrozzeria, su tutte il forno per la verniciatura, ricambi e componenti delle vetture, a cominciare da svariati set di pneumatici, e purtroppo anche interi mezzi in riparazione: in particolare, oltre all’Iveco all’esterno, una Dodge e un rimorchio frigorifero ricoverati all’interno. Si parla di un danno complessivo sui duecentomila euro.

Ad acuire lo scoramento e le preoccupazioni dei proprietari dell’attività, la circostanza, parsa chiara da subito, che si tratta di un atto doloso: all’interno vengono rinvenuti evidenti segni di effrazione in una saracinesca e ben quattro diversi punti d’innesco. Sul posto intervengono anche i carabinieri e viene inviata, da prassi, la notizia di reato alla Procura di Chieti, che apre un procedimento penale contro ignoti, per il tramite del Pubblico Ministero dott.ssa Maria Domenica Ponziani, salvo però richiedere l’archiviazione il 17 gennaio 2020 non essendo stato possibile risalire ai responsabili.

Nella sventura, quanto meno, è tutto assicurato: il proprietario del fabbricato dove l’attività è in affitto ha assicurato l’immobile anche per danni strutturali causati dal “rischio” incendio, mentre i locatari hanno accesso un’ulteriore polizza, “UnipolSai Commercio e Servizi”, che copre il contenuto, per un premio annuo di 881,08 euro. Per essere quindi adeguatamente risarciti, attraverso il consulente legale Mario Masciovecchio, tutti i danneggiati, compreso il locatore, si rivolgono a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che segue svariate pratiche sul genere e che si attiva immediatamente, una volta ottenuto il dissequestro del capannone, per avviare innanzitutto le operazioni di bonifica, onde poter riprendere a pieno regime il lavoro, anche perché il Comune di Ortona ha emanato un’ordinanza che interdice l’uso dei locali e impone il ripristino delle condizioni di sicurezza.

Contemporaneamente, Studio3A verifica le polizze, che sono regolarmente pagate, attive e operanti, procede con i propri tecnici ad un’attenta stima dei danni e si raffronta con le compagnie di assicurazione per ottenere la liquidazione dovuta, dopo aver effettuato diversi sopralluoghi nel capannone e aver concordato in contraddittorio con i periti di controparte il quantum da liquidare. Ma se la compagnia assicurativa con cui è stata accesa la polizza sulle strutture ha già pagato il danno, UnipolSai, attraverso la quale era stato assicurato il contenuto, ormai da mesi non ottempera ai suoi obblighi, nonostante i numerosi solleciti inviati da Studio3A. Un ritardo che sta diventando insostenibile per i gestori della carrozzeria che, non avendo ricevuto neanche un euro di anticipo, hanno dovuto richiedere prestiti in banca per sostenere le spese di ripristino e riacquistare attrezzature e materiali andati distrutti, e che peraltro sta ingenerando una situazione incresciosa essendo coinvolti anche i proprietari dei veicoli distrutti che si trovavano in riparazione.

Si è ormai giunti al punto che, di fronte a questo incomprensibile atteggiamento da parte della compagnia di assicurazione, Studio3A si è vista costretta a inviare formale reclamo all’Ivass, l’Istituto di Vigilanza sul settore assicurativo, affinché prenda provvedimenti, e se la situazione non si sbloccherà si sarà pure costretti a intentare una causa civile.

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