Omicidio Vasto, legali Di Lello chiedono rito abbreviato: ‘Voleva uccidersi’

Vasto. “Abbiamo richiesto il rito abbreviato per Fabio Di Lello.

Il giudizio abbreviato richiesto è condizionato a una perizia psichiatrica per affermare le necessità della seminfermità mentale di Fabio Di Lello e l’esclusione della premeditazione” ha spiegato all’uscita dal Tribunale di Lanciano uno dei legali di Fabio Di Lello, l’avvocato Giovanni Cerella al termine del processo, in Corte d’Assise, a Lanciano, al panettiere 34enne di Vasto accusato dell’omicidio volontario premeditato di Italo D’Elisa, ucciso in strada lo scorso primo febbraio con tre colpi di pistola calibro 9.

“Di Lello la pistola l’ha acquistata sei mesi prima dell’omicidio per usarla contro se stesso. L’acquisto non era finalizzato ad uccidere D’Elisa, ma ad eliminare se stesso. Questa sua sensibilità ha toccato anche la difesa. Di Lello andava al cimitero quotidianamente, fino a sera.

Pensava sempre alla sua signora, Roberta Smargiassi. Per questo ha preso la pistola, per eliminare se stesso e per questo motivo dovrebbe essere tolta la premeditazione. Non è stata vendetta lucida per l’investimento mortale della moglie Roberta.

Il processo è iniziato e lo facciamo in aula dando la parola ai tecnici e agli schieramenti, è chiara la nostra linea difensiva – ha aggiunto il secondo legale dell’imputato, Pierpaolo Andreoni.

“Di Lello, lo avete visto oggi, è ragazzo provato, sofferente. E’ ingrassato 30 chili. Un percorso di grave sofferenza psicologica il suo. Non sempre ha momenti di contatto con realtà e vive nella sua immaginazione, nel suo mondo. Noi lo dobbiamo difendere”.

I familiari di D’Elisa – genitori, fratello e zii paterni – hanno presentato la costituzione di parte civile patrocinati dagli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi.

“La Procura ha confermato l’accusa di omicidio volontario premeditato, dice Di Florio. Mi auguro un percorso sereno del processo. Qui a Lanciano ci sarà meno tensione e pressione. Le richieste della difesa sono previste dal codice penale. È un loro diritto e noi ne prendiamo atto”.

Così, all’uscita del Tribunale di Lanciano, il procuratore capo di Vasto Giampiero Di Florio, affiancato dal sostituto Gabriella De Lucia, ha commentato la prima udienza in Corte d’ Assise per l’omicidio D’Elisa.

“Riteniamo fondati i capi d’imputazione. Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura, come ce l’ha la stessa famiglia D’Elisa”.

Così a fine udienza l’avvocato Pompeo Del Re, che cura gli interessi delle parti civili – genitori e nonni della vittima, Italo D’Elisa.

Il collega, Gianrico Ranaldi, rappresenta invece il fratello della vittima e gli zii paterni e aggiunge “avevamo immaginato il percorso di ricorrere a riti alternativi per ottenere più benefici di pena”.

D’Elisa, la vittima, aveva 21 anni. Nel luglio dello scorso anno, alla guida della sua auto, a Vasto, era rimasto coinvolto nell’incidente stradale nel quale aveva perso la vita, su uno scooter, la moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi.

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