Fanghi di dragaggio scaricati in mare davanti alla spiaggia di Punta Aderci?

Vasto. Decine di migliaia di mc di materiali dragati nell’avamporto del Porto di Vasto saranno gettati in mare proprio davanti ad una delle più belle spiagge italiane, quella di Punta Aderci?

 Abbiamo appena letto gli elaborati relativi al progetto di dragaggio del porto di Vasto appena presentato per la Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione Abruzzo. Chiunque può presentare osservazioni entro l’8 luglio alla Regione Abruzzo.

 Si prevede lo scarico a mare di decine di migliaia di mc di sedimenti, in larga parte fango (la frazione di sabbia è molto limitata nei campioni) in un sito di immersione localizzato proprio davanti alla spiaggia di Punta Aderci, appena oltre le 3 miglia. La distanza è un fattore importante per i costi; ovviamente cercano aree vicine al punto di dragaggio. Il volume complessivo è di 33.500 mc di sedimenti.

 A parte che lo scarico a mare di migliaia di tonnellate di materiali non è il massimo e andrebbe considerato come l’ultima opzione come ricorda anche l’ISPRA nell’introduzione al “Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini”*, ma farlo proprio di fronte ad una delle più belle spiagge d’Abruzzo e dell’intero Adriatico, riserva naturale e sito di interesse comunitario, non ci pare proprio una scelta lungimirante.

 Ricordiamo che il materiale gettato in acqua può viaggiare in sospensione per decine di chilometri a seconda dello stato del mare (correnti; moto ondoso; stratigrafia della colonna d’acqua ecc).

 Qualcuno potrebbe dire: il sito di immersione individuato è stato usato anche nel passato per un precedente dragaggio, nel 2007.

 In primo luogo, come affermato dall’ISPRA, bisogna limitare sempre di più queste attività che possono avere un impatto ambientale rilevante**. In secondo luogo le condizioni possono mutare e quello che pare non aver comportato grosse criticità nel 2007 (ma quali sono i monitoraggi svolti per escluderlo? non ci sono dati in questo senso riportati nelle relazioni) potrebbe comportare impatti domani.

 Ci sono altri punti critici, ad una prima lettura della documentazione.

 Mancano i dati ambientali relativi alle aree di immersione. Si sostiene che verranno rilevati solo al momento della redazione del progetto definitivo. La valutazione ambientale viene fatta ora, però, ed è indispensabile fornire queste informazioni durante questa fase e non successivamente!

 Una parte imprecisata di sedimenti dragati sarà utilizzata per un ripascimento (con immersione davanti alle spiagge) a Casalbordino. L’indeterminatezza circa i materiali che saranno usati in maniera diversa è, a nostro avviso, un forte limite del progetto.

 Avendo già a disposizione i dati granulometrici e di qualità per l’area di dragaggio ci pare strano che non sia stata fatta un’adeguata valutazione delle quantità in gioco tra immersione in mare e uso per ripascimento. A Casalbordino vanno 1.000 mc, 5.000 mc, 20.000 mc? Si rimanda, invece, ad una successiva analisi sulla compatibiità del materiale con le spiagge di Casalbordino. A questo punto serge una domanda: la procedura ambientale che cosa ci sta a fare? I proponenti devono dire in questa fase se è compatibile o meno con la spiaggia di Casalbordino il materiale che si preleva al porto di Vasto.

 Infine la commistione nella stessa documentazione depositata di attività che saranno oggetto di due procedure separate (primo lotto, questo, dragaggio dell’avamporto; secondo lotto: dragaggio del porto, rinviato a quando ci saranno più risorse economiche in considerazione della presenza di una parte di materiali contaminati) non aiuta il cittadino che magari vuole partecipare per le prima volta inviando osservazioni a districarsi negli elaborati.

Il link al progetto è il seguente:
http://ambiente.regione.abruzzo.it/index.php?option=com_content&view=article&catid=5:procedura-va&id=1130:potenziamento-ed-escavazione-del-porto-di-vasto&Itemid=18

Si allega la mappa con la localizzazione delle aree di intervento estratta dagli elaborati depositati al V.I.A.

Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua
3683188739
e-mail:segreteriah2oabruzzo@gmail.com

ESTRATTI DAL “MANUALE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI SEDIMENTI MARINI” DELL’ISPRA

*Per quanto concerne, invece, la problematica dello smaltimento dei materiali dragati, fino a tempi abbastanza recenti, la metodologia privilegiata è stata quella dell’immersione in mare. Successivamente, l’indicazione fornita dall’articolo 35 del D.Lgs. 152/99, che riprende quanto indicato dalla Convenzione di Londra del 1972 (in particolare nella risoluzione di approvazione del D.M.A.F. – “Dredged material assessment framework”), è stata quella di considerare il materiale di risulta una “risorsa” da recuperare, piuttosto che un materiale di rifiuto. In considerazione di ciò, dunque, un’alternativa da preferire allo scarico in mare è l’utilizzo benefico dei materiali dragati con o senza specifici trattamenti, anche perché è ormai chiaro che
il fondo del mare non può essere usato come una discarica in quanto non possiede una capacità illimitata di assimilazione e smaltimento.

**In relazione alla tipologia dell’area di intervento, del materiale dragato, delle modalità di sversamento e delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei sedimenti può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali impatti possono riguardare l’ambiente fisico (alterazione del livello di torbidità e delle caratteristiche generali del fondale), le caratteristiche chimiche della colonna d’acqua (aumento del contenuto di sostanza organica e dei contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a livello di specie e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono accettabili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e, in caso contrario, è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.

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