Villa Pini, arresto Angelini: entro dieci giorni l’interrogatorio

vincenzo-angeliniChieti. Non è stato ancora fissato l’interrogatorio di garanzia per Enzo Angelini, il magnate della Sanità privata arrestato ieri e posto ai domiciliari nella sua villa di Francavilla. Angelini è accusato di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale aggravata dal falso in bilancio. Il gip ha dieci giorni di tempo, dal momento dell’arresto, per fissare la data dell’interrogatorio.

 


L’ordinanza di custodia cautelare per il magnate della sanità abruzzese è stata richiesta dalla procura di Chieti lo scorso 26 marzo, dopo il sequestro di diverse opere d’arte e oggetti di pregio rinvenuti a Chieti in un deposito dello stesso Angelini. Tra le opere sequestrate, quadri di ingente valore tra i quali un Tintoretto che lo stesso Angelini stava tentando di trasferire. La richiesta di arresto è stata firmata dal gip Valente lo scorso lunedì. L‘avvocato Sabatino Ciprietti ha definito deboli le motivazioni degli arresti domiciliari del suo assistito, negando qualsiasi responsabilità di Angelini nel fallimento di Villa Pini.  
La posizione della Cgil. “L’arresto di Vincenzo Angelini per bancarotta fraudolenta conferma quanto da tempo sostenuto dalla Fp-Cgil: il tentativo, in atto in molte parti del paese, di demolire il servizio sanitario pubblico attraverso la violazione delle regole (dei contratti di lavoro, delle procedure di accreditamento, delle convenzioni, degli appalti), scaricando sugli operatori e sui cittadini le nefaste conseguenze di tutto ciò”. Lo hanno scritto in un comunicato congiunto il segretario nazionale Fp-Cgil Fabrizio Fratini e il segretario generale Fp-Cgil Abruzzo, Carmine Ranieri.
“La Fp-Cgil continua a denunciare e combattere i fenomeni corruttivi e concussivi in sanità – si legge nella nota – ed è, nel caso specifico, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Villa Pini e dei cittadini abruzzesi; i primi senza stipendio da 12 mesi, i secondi senza servizi e prestazioni. Diventa fondamentale a questo punto, che la Regione Abruzzo si occupi immediatamente delle macerie che questa vicenda lascia sul campo: conseguenze negative sui livelle essenziali di assistenza per i cittadini abruzzesi; perdita di 1.500 posti di lavoro altamente professionalizzati”.
La posizione del Pd. L’arresto di Angelini è stato accolto positivamente dal segretario regionale Paolucci che dichiarato in merito allo scandalo sanità che ha azzerato la giunta regionale guidata da Ottaviano Del Turco:”Abbiamo sempre affermato che Angelini ha cambiato le sorti politiche dell’Abruzzo ma non era affidabile né credibile. La nostra azione di denuncia quotidiana si è rivelata fondata, oggi finalmente ci si avvicina di più alla verità”.
Acerbo esulta e critica il Pd. “L’arresto di questo affamatore di lavoratori e prosciugatore di casse regionali conferma anni e anni di battaglie spesso solitarie di Rifondazione Comunista. Debbo constatare che l’arresto di Angelini viene utilizzato da più parti per delegittimare l’operato della magistratura pescarese senza peraltro addurre, per l’ennesima volta, alcun elemento di seria contestazione delle accuse che coinvolgono esponenti politici di centrosinistra e centrodestra nonché personaggi da loro nominati come Masciarelli e Conga. L’arresto di Angelini non mi sembra che indebolisca il quadro di un’inchiesta che è nata ben prima delle sue deposizioni che semmai sono state motivate proprio dal tentativo di allontanare il pericolo di provvedimenti restrittivi. Comunque sono i politici di centrodestra e centrosinistra che per anni hanno intrattenuto relazioni con questo personaggio oggi considerato così deprecabile che dovrebbero spiegare perché non se ne sono accorti prima delle inchieste. Del Turco che esprime giudizi pesantissimi su Angelini non si era posto mai il tema del rapporto che da sempre intratteneva con questo personaggio il suo fedele consigliere regionale e compagno di partito Camillo Cesarone. Al segretario regionale del Pd Paolucci dico che farebbe bene a lasciare ai berlusconiani la difesa a priori di Del Turco e a riflettere sul perché il PD sia arrivato a nominare capogruppo in Consiglio regionale un ex-dirigente del gruppo Villa Pini. Mi pare chiarissimo che il PDL difende, o evita di attaccare Del Turco, perché difende se stesso e i suoi rapporti storici con Angelini a mio parere solo parzialmente emersi dall’inchiesta. Per quanto riguarda i tagli subiti da Angelini durante il triennio di governo del centrosinistra regionale non si può certo dire che siano figli dei Del Turco boys che secondo quanto emerso dall’inchiesta si giustificavano con il padrone di Villa Pini dandone la responsabilità a Rifondazione o a una parte degli ex-DS. Angelini era già ampiamente squalificato agli occhi dell’opinione pubblica e quindi al massimo loro potevano ridurre il danno non certo proseguire indisturbati sulla scia della precedente “associazione a delinquere” di centrodestra.
Gli abruzzesi onesti non possono che dire grazie alla magistratura e auspicare che Angelini si decida a scoperchiare interamente il quadro di complicità politiche e amministrative che gli hanno consentito di spadroneggiare per decenni nella nostra regione”.

Villa Pini, arrestato Vincenzo Angelini per bancarotta fraudolenta

 

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