Riaperture, è scontro sul coprifuoco: le Regioni chiedono modifiche

L’Italia riapre, ma solo in parte.

Il nuovo decreto di maggio mantiene in vigore il coprifuoco alle 22 (almeno fino al 1 giugno, e nella peggiore delle ipotesi fino al 31 luglio) e la divisione del Paese in fasce di rischio.

Ma è sul coprifuoco che politica e cittadini hanno manifestato malumori “di coprifuoco non si era assolutamente parlato” è quanto afferma il leader leghista Matteo Salvini ai microfoni dell’Ansa, dopo l’astensione di ieri in Consiglio dei ministri.

Una scelta che ha creato una frattura nella maggioranza “non potevamo votare un decreto che continua ad imporre chiusure, coprifuoco e limitazioni, i dati sono in miglioramento e bisogna con prudenza tornare a vivere” conclude Salvini mentre trapela l’irritazione del Premier Draghi per il cambio di idee della Lega su una decisione “presa collegialmente”.

Al Presidente del consiglio resta la fiducia di tutto l’Esecutivo ma dal governo arrivano i primi malumori e si lamentano “ultimatum che ne minano l’unità”.

Ad insorgere contro il coprifuoco sono anche i presidenti di Regione “così si ammazza il turismo” le parole del governatore pugliese Michele Emiliano “io avrei allungato di un’ora adesso, per arrivare fino alla mezzanotte con l’aumentare delle temperature. Il coprifuoco alle 22 a luglio significa distruggere il turismo”.

Sulla stessa linea di pensiero Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia-Giulia e presidente della Conferenza Stato-Regioni che ha chiesto come la proposta del suo partito, nonché decisone unanime raggiunta delle Regioni “di spostare il coprifuoco di un’ora, dalle 22 alle 23, potesse far schizzare i contagi” e accusa il governo di aver cambiato una decisone presa che serviva soprattutto a sostenere le attività, come quelle della ristorazione, nella riapertura.

Le Regioni hanno inviato oggi una lettera al Premier Draghi per chiedere un incontro urgente, prima della pubblicazione del decreto, per valutare un prolungamento dell’orario del coprifuoco “in ragione dell’approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall’ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali – si legge nella missiva -, si propone di valutare il differimento dell’interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23”.

Ad inserirsi nel dibattito è la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini “il coprifuoco sarà rivisto, e resterà un brutto ricordo, il decreto precisa che la misura può essere rivista nelle prossime settimane”.

La misura del coprifuoco alle 22 è stata presa sulla base del parere del Comitato Tecnico Scientifico che “alla luce di una strategia di mitigazione del rischio, ha ritenuto di allentare le misure di contenimento al virus in maniera progressiva e graduale, ivi compreso l’orario d’inizio delle restrizioni di movimento”. Ma dati scientifici alla mano la misura da sola sembrerebbe non funzionare, anche se le chiusure notturne servono a limitare la mobilità sociale e dunque la circolazione del virus.

Il coprifuoco non si è mai adottato per contenere epidemie, ma solo nel corso di guerre e disastri naturali, tuttavia molti governi hanno adottato questa forma di restrizione per arginare il contagio: gli esperti, come la virologa Viola, ritengono che è l’insieme delle misure a consentire alla curva di scendere mentre con il coprifuoco si rischia di avere, soprattutto con la bella stagione, assembramenti in casa senza l’adozione di tutte le altre misure necessarie come igienizzazione, distanziamento e mascherine, considerato anche il fatto che il virus si propaga negli ambienti chiusi e difficilmente all’aperto.

 

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