Green pass, bar e ristoranti dicono no: si rischia la discriminazione

Al ristorante con una sola dose di vaccino.

È la proposta avanzata dal Premier Draghi che vorrebbe regole diverse a seconda che si tratti di luoghi al chiuso come i ristoranti (in cui si potrà accedere anche con una certificazione che attesti l’avvenuta somministrazione di una sola dose di vaccino) o di grandi eventi, stadi, palestre, mezzi di trasporto pubblico dove per poter entrare sarà richiesto all’utente una certificazione che riporti l’avvenuta conclusione del ciclo vaccinale.

Oggi si riunirà la cabina di regia in attesa della decisione finale di giovedì per l’adozione del Green pass obbligatorio, che dovrebbe entrare in vigore a partire da lunedì 26 luglio.

Obiettivo del governo è garantire la zona bianca almeno fino a Ferragosto, ma si teme che l’ingresso di nuove misure scoraggino gli italiani che potrebbero anche disdire le tanto attese vacanze.

Ma chi sarà deputato al controllo dei Green pass?

La sensazione è che anche stavolta la responsabilità non sarà assunta da organi pubblici ma rimessa sui gestori dei locali.

Se la maggior parte degli esercenti si dice favorevole, pur di scongiurare nuove chiusure, i dubbi di chi lavora nel settore restano: chi controllerà? Come lo controllerà? Chi può sapere se i documenti che gli vengono presentati sono veri e non contraffatti? Ci sarà un sistema che collega i ristoranti ad una banca dati nazionale? E i tempi per tutto questo quali sono?

Se i grandi chef si sono già schierati a favore del Green pass, vista anche la realtà ristretta che si trovano a gestire, i piccoli e medi ristoratori che lavorano sui grandi numeri si dicono scettici soprattutto per la fattibilità pratica della misura che potrebbe avere come risvolto quello di veder diminuire le presenze ai tavoli.

A far sentire la propria voce, con una nota, è stata la Fipe- Confcommercio, Federazione Italiana Pubblici esercizi nella persona del vice presidente di Aldo Cursano, preoccupato che a pagare sarà di nuovo uno dei settori più penalizzati dalla pandemia “siamo di fronte all’ennesimo paradosso: chiunque potrà cenare nei ristoranti dei villaggi, degli alberghi, dei campeggi, mentre in tutti gli altri servirà il green pass”, Cursano ha poi aggiunto “la campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata, velocizzata, ed è la migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che per raggiungere l’immunità di gregge si finisca per penalizzare sempre le stesse categorie. Ancora una volta si pensa di mettere la croce sui pubblici esercizi. Se davvero si ritiene che la campagna vaccinale abbia bisogno di una ulteriore spinta, si estenda l’obbligatorietà della vaccinazione, doppia o singola dose, per accedere ad ogni tipo di servizio. Perché se serve l’ennesimo sacrificio questo va condiviso da tutti”.

 

 

Impostazioni privacy