Dpcm 16 gennaio, 10 Regioni rischiano la zona arancione. Speranza riferisce alla Camera

 

La crisi di governo aleggia sul governo che però continua a lavorare alla stesura del prossimo Dpcm del 16 gennaio.

In queste ore, il ministro della Salute Roberto Speranza, riferisce alle Camere le misure di contenimento al virus e la proroga dello stato di emergenza al 30 aprile (mentre dal Comitato Tecnico scientifico è stata avanzata la richiesta di portarlo fino a luglio).

La fase critica continua e dieci regioni ora rischiano di passare, da lunedì 18 gennaio, in fascia arancione: la scelta dell’Esecutivo, di cambiare i criteri per il passaggio di fascia, rischia di vedere mezza Italia chiusa dai divieti. Come spiegato da Speranza “Oltre all’abbassamento delle soglie (Rt pari a 1 per la zona arancione e a 1,25 per la zona rossa) pensiamo di intervenire sugli indici di rischio per facilitare l’ingresso in arancione delle Regioni ad “alto” rischio. In arancione potrebbero andare Piemonte, Lazio, Liguria e Marche mentre la Lombardia è in bilico tra zona arancione e rossa.

Sempre da quanto riferito dal ministro della Salute in Parlamento, il governo vorrebbe prorogare le misure vigenti tra cui rientrano anche il divieto di spostamento tra Regioni anche in fascia gialla insieme al divieto di asporto per bar e ristoranti dopo le 18. Resta poi valida l’indicazione di ricevere a casa massimo due persone conviventi.

Il nuovo Dpcm introdurrà poi una quarta fascia, la zona bianca, che si attiverà per le Regioni in cui l’incidenza dei casi Covid è di 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti e un indice Rt inferiore a 1.

Per lo sci: il Cts ha autorizzato lo svolgimento dei mondiali di sci a Cortina, dall’8 al 21 febbraio, purché a porte chiuse. Resta l’incognita sulla riapertura degli impianti sportivi.

“Un simbolo di ripartenza del Paese” il governo vuole darlo attraverso la riapertura dei musei, che dovrebbe essere inserita nel nuovo decreto, sempre riportando le parole del ministro Speranza.

 

Ultima considerazione del ministro della Salute è andata alla campagna vaccinale ricordando che, ad oggi, l’Italia è il Paese europeo che ha somministrato il numero maggiore di vaccini e che priorità deve essere la vaccinazione di 6 milioni di cittadini che rientrano nelle categorie di personale sanitario, pazienti delle Rsa e over 80.

 

 

 

 

 

 

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