La pensione non ti basta e vorresti tornare a lavoro? Attenzione, non sempre puoi farlo: in alcuni casi l’Inps non solo ti sospenderà l’assegno ma ti chiederà pure indietro tutti i soldi.
Molti anziani, anche dopo la pensione, scelgono di rimettersi al lavoro. Talvolta è una scelta “non scelta” in quanto dettata da esigenze economiche: l’assegno previdenziale, magari, è troppo esiguo per riuscire ad andare avanti e, dunque, si presenta la necessità di arrotondare.

Altre volte una persona può decidere di rimettersi a lavorare per aiutare un figlio o un nipote che potrebbero aver aperto una loro attività. Infine ci sono anche quelli che a casa a guardare la televisione non sanno proprio starci e preferiscono tornare a timbrare il cartellino o avviare una loro impresa.
Ma si può fare? Una persona che già riceve la pensione dall’Inps può anche tornare a ricevere un reddito da lavoro? La risposta giusta è: dipende! Tutto dipende dalla misure che il soggetto ha sfruttato per accedere alla pensione. In alcuni casi reddito da lavoro e reddito da pensione sono cumulabili mentre in altri no e l’Inps può chiedere tutto indietro.
Pensione e lavoro: ecco come stanno le cose
Nonostante tu abbia raggiunto il tanto sospirato traguardo della pensione, per un motivo o per un altro, hai deciso di rimetterti a lavorare? Fa molta attenzione perché se hai fruito di alcune misure di pensione anticipata, l’Inps ti chiederà tutto indietro.

Di norma reddito da lavoro e reddito da pensione possono essere cumulati. Se una persona è andata in pensione a 67 anni con la pensione di vecchiaia ordinaria allora può rimettersi a lavorare sia in proprio che come dipendente. Stesso discorso se ha fruito della pensione anticipata ordinaria che prevede il pensionamento al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contribuzione.
Via libera anche per chi è andato in pensione con Quota 41. In tutti questi casi nulla osta al ritorno al lavoro e non c’è limite di reddito. Volendo una persona potrebbe anche farsi riassumere dalla medesima azienda di prima e l’Inps non potrà chiedergli indietro nemmeno un centesimo. Discorso ben diverso per coloro che, invece, hanno optato per altre misure di pensione anticipata.
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Pensione: in questi casi non puoi tornare a lavorare
Se sei andato in pensione con la classica misura di vecchiaia ordinaria o con l’anticipata ordinaria o con Quota 41 allora puoi benissimo tornare a lavorare sia in proprio che come dipendente anche dal mese successivo. Ma se hai optato per altre misure, allora la storia cambia radicalmente.

Chi ha fruito di Quota 103 – o di Quota 102 o di Quota 100 che ormai non esistono più- oppure di Ape sociale non potrà rimettersi a lavorare. Queste due misure non sono compatibili con il reddito da lavoro. E’ ammesso solo il lavoro autonomo ma non continuativo, in forma occasionale e fino ad un massimo di 5000 euro lordi all’anno. Qualora l’Inps venisse a conoscenza che una persona ha lavorato con contratto subordinato o con Partita Iva anche un solo giorno, sospenderà l’assegno e chiederà indietro i soldi di un intero anno.
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La buona notizia, però, è che questo divieto ad un certo punto cessa di esistere. Quando una persona, infatti, raggiungerà l’età per la pensione di vecchiaia ordinaria, cioè 67 anni, a quel punto potrà benissimo rimettersi a lavorare se lo vorrà e l’Inps non potrà più obiettargli nulla.