Le nostre buste paga cambieranno e anche di molto dopo l’ultima sentenza della Corte di Cassazione. Lavoratori disperati. Scopriamo che cosa è successo.
La Legge è Legge, si rispetta e non discute. Ma ci sono sentenze che sono come bocconi di cianuro da ingoiare: amarissimi e velenosi. L’ultima pronuncia della Corte di Cassazione rappresenta un vero colpo al cuore per milioni di lavoratori che vedranno le loro buste paga cambiare in misura importante.

Il guaio è che tutto questo avviene in un Paese dove gli stipendi medi sono trai più bassi all’interno dell’Unione europea. In Italia, mediamente, un lavoratore dipendente si porta a casa non oltre 1500 euro al mese, talvolta persino 1300: davvero troppo pochi per fare i conti con il costo della vita che continua a salire.
Il Governo di Giorgia Meloni, dal canto suo, è intervenuto abbassando le aliquote Irpef e alleggerendo il cuneo fiscale per i redditi più bassi ma si tratta di misure che, seppur utili, non sono ancora sufficienti. Molti lavoratori, fino ad oggi, per vivere con un po’ più di serenità, potevano contare su un piccolo “bonus” che, da oggi in poi, sparirà.
TFR addio: la Cassazione ha deciso
L’ultima sentenza della Corte di Cassazione fa tremare milioni di lavoratori dipendenti in quanto ha a che fare con il TFR. Molte buste paga, già da questo mese, potrebbero diventare decisamente più leggere.

Il TFR consiste nel Trattamento di Fine Rapporto che ogni mese un datore di lavoro è tenuto ad accantonare per i suoi dipendenti. Il lavoratore ha la facoltà di decidere se lasciarlo in azienda oppure investirlo in qualche fondo previdenziale integrativo in modo da trovarsi, un giorno con una pensione più ricca. Sempre più persone optano per questa soluzione.
Tuttavia tanti lo lasciano in azienda e sono parecchi i casi in cui, anziché accantonarlo, un datore di lavoro versa ogni mese il TFR direttamente in busta paga. Il dipendente, in questo modo, non lo avrà alla fine della carriera o quando deciderà di lasciare quell’azienda ma ne potrà fruire di mese in mese per affrontare le varie spese con qualche soldo in più in tasca.
La Cassazione, con la sentenza 13525 del 20 maggio 2025, ha stabilito che non si potrà più portare avanti questa politica: dare ogni mese il TFR in busta paga ai lavoratori, sebbene essi assolutamente favorevoli, non sarà più ammesso. Dunque d’ora in avanti addio piccolo aiuto per tante famiglie.
Addio TFR in busta paga: ecco cosa cambierà d’ora in avanti
La sentenza dello scorso 20 maggio della Cassazione ha ribadito che il TFR non può diventare un’integrazione dello stipendio mensile dei lavoratori ma deve tornare ad essere un Trattamento di Fine Rapporto lavorativo. Dunque no all’ “aiutino” in busta paga tutti i mesi.

La Cassazione ha stabilito che il TFR deve essere considerato come un “paracadute” per i dipendenti, un cuscinetto, una gruzzoletto che si ritroveranno un giorno, a fine carriera e che potrà, magari, servire loro per aiutare figli e nipoti. Molti, però, ne avrebbero bisogno ora, ogni mese, per andare avanti. Ma ribadiamo: la Legge non si discute, si rispetta e si applica.
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I giudici hanno, quindi, stabilito che le aziende non solo dovranno cessare immediatamente questa pratica ma dovranno anche provvedere a pagare i contributi all’Inps per tutti i TFR erogati nelle buste paga dei loro dipendenti nei mesi scorsi. Chi non si adeguerà andrà incontro a pesanti sanzioni.