Buone notizie per milioni di cittadini: arrivano i rimborsi sulla TARI. Non per tutti ma solo per chi vive in determinati Comuni. Scopriamo quali sono.
Il prossimo mese la maggior parte dei Comuni inizierà ad inviare i bollettini relativi alla TARI, la tassa sui rifiuti. Si tratta, a dirla tutta, di una delle tasse meno amate dagli italiani assieme all’IMU. Infatti gran parte delle famiglie ritengono di pagare uno sproposito rispetto alla mole di rifiuti che effettivamente producono.

In effetti, fino ad oggi, la TARI non si è mai basata sulla quantità di rifiuti che produciamo: anche perché sarebbe impossibile, concretamente, sapere quanti sacchetti d’immondizia produce il signor X e quanti ne produce il signor Y. L’importo di questa tassa dipende dalle dimensioni della casa in cui viviamo, dal numero di componenti della famiglia e dal Comune di residenza.
Nei Comuni in cui la raccolta differenziata non funziona ancora bene, la tassa sarà più alta. Ma veramente paghiamo troppo di TARI o è solo una nostra impressione, la classica lamentela fine a se stessa? In alcuni casi i cittadini hanno ragione: per anni sono stati fregati e hanno ricevuto bollettini più alti del dovuto. La buona notizia è che ora avranno diritto ad ingenti rimborsi.
TARI: ecco a chi spettano i rimborsi
La TARI è la tassa sui rifiuti che ogni anno dobbiamo pagare al nostro Comune di residenza. E’ entrata in vigore nel 2014 prendendo il posto di TARSU, TIA e TARES. Molte famiglie, da anni, lamentano di pagare cifre assurde, del tutto spropositate. Ora si scopre che avevano ragione: sono sempre state fregate.

E’ possibile far pagare una tassa sopra ad un’altra tassa? La risposta è semplicemente scontata: no, la Legge italiana non lo prevede. L’Irpef ad esempio è l’imposta sui redditi, l’IMU è l’imposta sulla proprietà privata, l’IVA è l’imposta sul valore aggiunto. Dunque perché mai applicare l’IVA che è una tassa sulla TARI che è un’altra tassa? Molti Comuni lo hanno sempre fatto.
La conseguenza di questa condotta errata è che molte famiglie, per anni, hanno pagato una tassa sui rifiuti molto più alta del dovuto. Essendo la pratica illegittima – come ha ribadito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 5078/2016 – ora i Comuni che hanno commesso l’errore dovranno rimborsare i contribuenti. E i rimborsi saranno retroattivi: non riguarderanno solo il 2025 ma anche gli ultimi 10 anni.
Leggi anche: Usi sempre il bancomat? Cambierai idea: arriva la tassa per chi non paga con i contanti
TARI: come avere subito il rimborso
Molti Comuni per anni hanno messo in atto una pratica assolutamente illegittima: hanno applicato l’IVA sulla TARI facendo, dunque, pagare una tassa non su un bene ma su un’altra tassa. Ora dovranno rimborsare i contribuenti. Ma come posso sapere con esattezza se mi spetta o no il rimborso?

L’unico modo per verificare se si è stati fregati oppure no, è controllare tutti i bollettini ricevuti per vedere se è stata applicata l’IVA sulla TARI. Nel caso si appurasse che è stata attuata la pratica illegittima, si deve fare una richiesta formale di rimborso al proprio Comune, allegando la documentazione comprovante i pagamenti e citando le sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale
Leggi anche: Pensioni, i lavoratori esultano: nel 2026 arriva Quota 41, ma attenzione alle eccezioni
Nel caso di rifiuto da parte del Comune la cosa migliore da fare è rivolgersi ad un’associazione a difesa dei diritti dei consumatori e intraprendere un’azione legale assieme ad altri cittadini nella stessa situazione.