Non solo Quota 103: c’è un modo molto più semplice per accedere alla pensione a 62 anni anche se i contributi non sono moltissimi. Vediamo cosa bisogna fare.
Se fino ad un quindicina di anni fa circa, riuscire ad andare in pensione intorno ai 60 anni era piuttosto normale, oggi sembra un traguardo irraggiungibile. Infatti, dall’entrata in vigore della Legge Fornero in poi, per poter smettere di lavorare occorre avere non meno di 67 anni.

Solo chi ha iniziato a lavorare molto presto o chi ha un’invalidità elevata può riuscire ad ottenere l’assegno Inps con qualche anno di anticipo. Pensiamo, ad esempio, alla pensione anticipata ordinaria: si può smettere di timbrare il cartellino anche a 60 anni ma occorre che gli anni di contribuzione siano addirittura più di 42.
Ne bastano “appena” 41 per sfruttare Quota 41 che, tuttavia, si rivolge solo ai precoci, cioè coloro che hanno versato almeno un anno di contributi prima ancora di aver spento 19 candeline sulla torta di compleanno. Stesso requisito contributivo anche per Quota 103. Si tratta di opzioni che, alla fine, si rivolgono solo a chi ha iniziato presto a lavorare in modo stabile. Ma c’è un modo molto più semplice per smettere di lavorare intorno ai 60 anni anche con pochi contributi.
Pensione a 62 anni con pochi contributi
Quando si parla di pensione a 62 anni si pensa subito a Quota 103, misura che, seppur con mille dubbi, il Governo di Giorgia Meloni ha riconfermato anche per il 2025 ma che richiede di aver maturato moltissimi anni di contributi. C’è un modo molto più semplice per uscire dal lavoro presto e con meno contributi.

Quota 103 ha preso il posto delle vecchie Quota 100 e Quota 102. Questa misura permette di accedere alla pensione a 62 anni ma solo se gli anni di contribuzione arrivano almeno a 41. Ha il vantaggio di rivolgersi a tutte le categorie di lavoratori. Lo svantaggio, però, è che per poterne beneficiare occorre aver iniziato a lavorare molto giovani, requisito sempre più difficile da soddisfare.
Infatti, facendo due calcoli, per arrivare a 62 anni con 41 anni di contributi, occorre aver iniziato la propria carriera non oltre i 21 e non avere vuoti contributivi. Insomma anche se si rivolge a tutti, di fatto, ben pochi soddisfano i requisiti. Ma c’è un’altra misura che permette di andare in pensione ancora prima dei 62 anni e con molti meno contributi. Si tratta di una misura che esiste da oltre 20 anni: Opzione donna.
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Opzione donna: ecco i requisiti per il 2025
Opzione donna consente di accedere alla pensione anche prima di aver spento 62 candeline e con un requisito contributivo piuttosto basso se confrontato con le altre misure di pensione anticipata. Di seguito vediamo quali condizioni devono sussistere per beneficiarne.

Opzione donna nacque nell’ormai lontano 2004, sotto il secondo Governo di Silvio Berlusconi. Nonostante esista da oltre 20 anni, non è mai diventata strutturale e, quindi, di anno in anno necessita di riconferma e può essere modificata. Dal 2023, infatti, i requisiti sono stati parecchio cambiati.
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Attualmente per fruire di Opzione donna occorre avere almeno 61 anni e 35 anni di contributi: molti meno dei 41 richiesti da Quota 103 o da Quota 41. Non solo: le lavoratrici con un figlio possono smettere di lavorare già a 60 anni. A soli 59, invece, le donne madri di due o più figli. Purtroppo, tuttavia, anche per il 2025 questa misura si rivolge solo a categorie molto specifiche: caregivers, disoccupate, dipendenti di aziende in crisi o lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74%.





