Brutta stangata per i cittadini che si troveranno a dover pagare una tassa in più ogni volta che faranno la spesa. La tassa, però, riguarderà solo la merce di un certo colore.
Arriva una nuova tassa a toglierci il sonno, una tassa che, tra l’altro, nessuno di noi si sarebbe mai immaginato e a cui si stenta a credere: colpirà solo chi acquisterà merce di un certo colore al supermercato. Sembra una presa in giro, invece è tutto vero e anche se molti di noi non se ne saranno accorti, è già entrata in vigore.

I prezzi dei prodotti al supermercato, negli ultimi tre anni, hanno subito rialzi allarmanti: in alcuni casi gli incrementi hanno superato addirittura il 50%. Fare la spesa per gran parte delle famiglie è diventato un problema. Ai prezzi dei beni in sé sappiamo che bisogna aggiungere l’IVA ma una nuova tassa su base cromatica davvero lascia tutti a bocca aperta.
Purtroppo è così e si tratta di una grande varietà di merci: tutte con la peculiarità di avere un colore specifico. Ma come mai si è deciso di tassare un solo colore? E come mai proprio quello? La decisione è da ricercarsi nelle abitudini di consumo della popolazione. Nei prossimi paragrafi vediamo tutto nei dettagli.
Arriva la tassa rosa: se compri merce di questo colore pagherai di più
Una tassa basata sui colori sembra una cosa davvero assurda ma non lo è affatto in un’ottica puramente strategica e di marketing. Attenzione a quello che acquistate perché tra il blu e il rosa la differenza oggi è tantissima e potreste ritrovarvi con il portafoglio vuoto.

La tassa rosa non è una tassa statale e nemmeno comunale ma un sovrapprezzo che le aziende applicano su alcuni prodotti che si rivolgono ad un pubblico prettamente femminile. Infatti, in base ad alcuni studi di mercato, è stato osservato che le donne tendono a comprare più volentieri merce di colore rosa o con un packaging che si potrebbe definire femminile e sono disposte anche a spendere di più.
In pratica lo stesso prodotto di colore blu e con un design basic costa una certa cifra ma se lo rendono appena appena un po’ più femminile e lo colorano di rosa allora la cifra aumenta. E’ stato stimato che un prodotto dal colore e dal design femminile può arrivare a costare il 7% in più. In pratica è come se le donne pagassero una tassa del 7% che gli uomini non pagano semplicemente perché scelgono di acquistare determinati prodotti.
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Tassa rosa: ecco quali prodotti colpisce
Le donne pagano il 7% in più ogni volta che vanno a fare la spesa o quasi. Non si tratta di una tassa statale ma di un sovrapprezzo che le aziende applicano su alcuni prodotti considerati femminili o resi appositamente più femminili. Ma di quali prodotti si tratta?
Il caso più eclatante riguarda i rasoi e i prodotti per l’igiene personale in generale: uno shampoo in un flacone nero può costar

e 0,99 euro, uno in una confezione rosa può costare fino a 2 euro in più. Stesso discorso per bagnoschiuma, balsami e deodoranti. Ma non solo: anche i giocattoli o i diari scolastici che si rivolgono alle bambine costano un po’ di più.
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Tutto questo in un quadro economico che già non va a vantaggio della platea femminile la quale, non sempre ma spesso, in alcuni settori continua a ricevere una retribuzione inferiore rispetto ai colleghi di sesso maschile. Come difenderci? La risposta è semplice: non lasciamoci ingannare dal marketing quando andiamo al supermercato. Lo shampoo è sempre quello, i rasoi anche, dunque non guardiamo colore e design o continueremo ad essere vittime della “tassa rosa”.