Sei proprio sicuro che 1 anno equivalga a 12 mesi? Quando si tratta di contributi Inps non è sempre così: alcuni valgono di più e ti permettono di andare prima in pensione.
Se la matematica non è un’opinione e l’astronomia nemmeno, se la Terra c’impiega 12 mesi a ruotare attorno al Sole, questo significa che un anno solare equivale a 12 mesi. Tutto chiarissimo ma i tempi della Terra e quelli dell’Inps non sempre coincidono. E, così, quando parliamo di contributi, non sempre 1 anno equivale a 12 mesi.

Ci sono casi in cui vale meno e casi in cui, al contrario vale di più. Nei casi in cui un anno equivale a meno di 12 mesi di contributi, il lavoratore sarà penalizzato e dovrà, pertanto, continuare a timbrare il cartellino più del previsto anche se ha già raggiunto 67 anni di età.
Nel caso in cui, però, un anno valga più di 12 mesi di contributi, allora questo andrà a vantaggio di coloro che potranno smettere di lavorare con un po’ di anticipo: in alcuni casi un bel po’ di anticipo. Nei prossimi paragrafi vediamo, nel dettaglio, quali sono i contributi che valgono di più e che, quindi, ci aiutano ad andare prima in pensione.
Contributi: in questi casi 1 anno vale più di 12 mesi
Ci sono due situazioni molto particolari in cui 1 anno di contributi non equivale a 12 mesi ma equivale a un periodo più lungo: in pratica anche se una persona effettivamente versa 12 mesi di contributi, l’Inps gliene riconosce di più e, in questo modo, potrà andare prima pensione.

Il primo caso è quello dei lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%. Nel caso di lavoratori con invalidità grave riconosciuta dall’Inps in percentuale non inferiore al 74%, 1 anno di contributi varrà come 1,2: ogni anno si accumuleranno 2 mesi di contributi in più fino ad un massimo di 5 anni.
Questo consentirà al lavoratore con invalidità di raggiungere più facilmente il requisito contributivo minimo di 20 anni per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Dovrà sempre attendere di aver raggiunto i 67 anni di età ma potrà beneficiare di una maggiorazione per raggiungere più in fretta i 20 anni di contribuzione.
Nel caso di invalidità pari o superiore all’80%, l’età pensionabile, però, si abbasserà a 61 anni per gli uomini e 56 per le donne. Necessari sempre 20 anni di contributi. In questo caso non sarà sufficiente una generica invalidità civile ma occorrerà un’invalidità specifica: un tipo d’invalidità che renda impossibile lo svolgimento della propria specifica mansione lavorativa.
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Contributi: se rientri in questa categoria 1 anno equivale a 18 mesi
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, nel caso dei lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%, 1 anno di contributi vale come 1,2 fino ad un massimo di 5 anni di maggiorazione. Ma c’è un caso in cui, addirittura, 1 anno vale come 1,5: anziché 12 mesi equivale a 18 mesi di contribuzione.

I fortunati che possono beneficiare di questa importante maggiorazione sono i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età. Un tempo non era raro che i ragazzi iniziassero a lavorare già a 16 anni, magari subito dopo il diploma professionale o dopo le scuole medie.
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Ogni anno lavorato prima dei 18 anni, non vale 12 mesi ma 18. Pertanto 2 anni di contributi, in realtà, valgono come 3. Anche in questo caso il vantaggio può essere sfruttato per raggiungere più facilmente il requisito contributivo minimo richiesto. Purtroppo non farà alcuna differenza per l’importo della pensione: per calcolare l’assegno 12 mesi verranno calcolati come 12 e non come 18.





