Addio pensione: l’Inps, negli ultimi mesi, sta rigettando centinaia di richieste. Chi non soddisfa un determinato requisito – che non ha nulla a che vedere con età e contributi – può pure scordarsela.
Lavoratori nel panico: negli ultimi mesi l’Inps ha rifiutato centinaia di domande di pensionamento e continua a rigettarne altre. I cittadini non capiscono bene che cosa stia succedendo in quanto, le richieste rifiutate, provengono da persone che soddisfano sia il requisito anagrafico che quello contributivo.

In particolare l’Istituto di Previdenza Sociale sta rigettando domande di pensione anticipata che riguardano tre misure: Quota 41, Ape sociale e Opzione Donna. Misure ancora in vigore in quanto riconfermate dal Governo di Giorgia Meloni con la Legge di Bilancio 2025. E allora che cosa sta accadendo? Mancanza di risorse per erogare nuovi assegni?
La questione in realtà è più complessa: l’Inps sta richiedendo un altro requisito che non ha nulla a che fare né con l’età né con i contributi versati, si tratta di un requisito completamente diverso e che nessuno dei lavoratori, fino a questo momento, sapeva fosse obbligatorio.
Pensione: domande respinte e lavoratori nel panico
Lavoratori nel panico e che non capiscono come mai la loro domanda di pensione anticipata sia stata rifiutata dal momento che soddisfano tutti i requisiti. In realtà è entrato in gioco un altro fattore di cui nessuno era a conoscenza.

Le tre misure oggetto di confusione sono, come spiegato sopra, Quota 41, Ape sociale e Opzione Donna. Quota 41 si rivolge ai lavoratori precoci: occorre avere almeno 41 anni di contributi e almeno uno deve essere stato versato prima di aver compiuto 19 anni. A quel punto è possibile uscire dal lavoro a qualsiasi età, anche prima dei 60 anni. Per sfruttare Ape sociale, invece, bisogna avere non meno di 63 anni e 5 mesi e minimo 30 anni di contribuzione alle spalle.
Infine Opzione Donna si rivolge unicamente alla platea femminile e consente di accedere alla pensione con 35 anni di contributi a 61 anni oppure a 60 in presenza di un figlio o a 59 se i figlio sono almeno due. Queste tre misure si rivolgono ad alcune categorie specifiche ed è proprio una di queste categorie che sta venendo penalizzata a causa di un requisito che nessuno sapeva fosse necessario.
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Addio pensione se non soddisfi questo requisito
Come visto nel paragrafo precedente, centinaia di lavoratori dovranno continuare a timbrare il cartellino ancora a lungo in quanto, per mancanza di un certo requisito, l’Inps ha negato loro la possibilità di accedere alla pensione in anticipo con Quota 41 o con Ape sociale o con Opzione Donna. Ma di quale requisito si tratta?

Quota 41, Ape sociale e Opzione Donna hanno requisiti molto diversi da soddisfare ma hanno una cosa in comune: tutte si rivolgono alla categoria dei caregiver, cioè persone che si prendono cura di un familiare – coniuge, figlio, genitore, fratello o sorella – affetto da disabilità grave riconosciuta dalla Legge 104.
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Per poter fare richiesta di pensione anticipata sfruttando una delle tre misure sopra menzionate è necessario svolgere la mansione di caregiver da minimo sei mesi. Ma non solo: conditio sine qua non è avere la residenza nella medesima abitazione del familiare che si assiste. Pertanto se, ad esempio, un lavoratore assiste il genitore invalido ma ha la residenza in un’altra casa e non convive con il genitore al momento in cui fa richiesta di pensione anticipata, la richiesta verrà rifiutata dall’Inps.