Taylor Swift torna in possesso dei suoi primi sei album: scopo e spesa di un’operazione milionaria

Clamorosa operazione di Taylor Swift che ha riacquistato i diritti dei master dei suoi primi sei album, ponendo fine a una disputa legata durata oltre sei anni.  L’investimento di circa 360 milioni di dollari, chiude il cerchio su una battaglia simbolica per la libertà artistica da parte di uno dei personaggi simbolo nell’industria musicale

La notizia è di poche ore fa. Con un comunicato datato venerdì 30 maggio Taylor Swift ha annunciato di essere tornata in possesso dei master dei suoi primi sei album, quelli realizzati sotto l’etichetta Big Machine tra il 2006 e il 2017.

Taylor Swift
Un intenso primo piano di Taylor Swift, al momento la cantante più ricca del mondo – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

È la conclusione di una vicenda lunga e complessa, iniziata nel giugno 2019 quando Scooter Braun, produttore e investitore che attraverso la sua società Ithaca Holdings, aveva acquistato la Big Machine Label Group, era entrato in possesso anche di tutti i diritti su pubblicazione e ripubblicazione dei master della cantautrice.

Ne nacque un caso incredibile, che fece clamore, destinato com’era a fare giurisprudenza su un tema assolutamente attuale come quello dei diritti da parte degli autori musicali. Taylor Swift, informata della clamorosa cessione solo a cose fatte, aprì un contenzioso senza precedenti: “Si sono comprati la mia vita e il mio lavoro senza dirmi niente – aveva dichiarato la cantante all’epoca – un episodio scioccante e umiliante non per me ma per qualsiasi altro autore. Chi vive della sua arte oggi deve sapere che questo può accadere a chiunque di noi e deve difendersi in tutte le sedi opportune”

Taylor Swift, la svolta: è padrona di se stessa

La cantante ha fatto eco all’acquisizione del suo materiale con una dichiarazione ufficiale colma di soddisfazione: “Tutta la musica che ho realizzato ora mi appartiene di nuovo. E dunque non solo i brani, ma anche i miei video musicali, i concert film, le fotografie degli album, le canzoni inedite. Ogni singola era di Taylor Swift è di nuovo nelle mie mani e ne sono la unica proprietaria e responsabile. Ecco come dovrebbe essere. Tutto il mio lavoro di una vita, nel bene e nel male, mi appartiene….” ha scritto Taylor Swift in un messaggio pubblicato sul suo sito ufficiale. Un passaggio che ha emozionato milioni di fan in tutto il mondo.

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La vendita dei suoi master, compiuta inizialmente senza il suo consenso, è diventata l’emblema di una battaglia molto più ampia: il controllo degli artisti sulla propria musica in un’industria spesso dominata dalle logiche delle major e dai fondi d’investimento che comprano sulla base del business, ma senza alcuna coscienza del prodotto di cui diventano proprietari.

La vendita a Shamrock Capital e la riacquisizione

Dopo l’acquisizione iniziale, Scooter Braun aveva ceduto tutti i master di Taylor Swift alla Shamrock Capital. Un’operazione eccezionalmente remunerativa che gli aveva reso 300 milioni di dollari a fronte di un investimento che era costato poco più di un terzo appena un anno prima…

Taylor Swift dichiarò di essere venuta a conoscenza della transazione solo a posteriori e rifiutò qualsiasi forma di collaborazione con Shamrock, spiegando che Braun avrebbe comunque continuato a trarre profitto dalla sua musica.

Taylor Swift, il nuovo accordo

La notizia di ieri è che la Shamrock ha venduto l’intero catalogo di Swift direttamente alla cantante per una cifra stimata intorno ai 360 milioni di dollari. Una fonte vicina alla trattativa ha dichiarato che sia la cantante che gli esponenti del fondo californiano si sono detti estremamente soddisfatti dell’esito della trattativa e della velocità della transazione: Un’operazione che è avvenuta non grazie a Scooter Braun, ma nonostante lui” sottolinea la cantautrice che conferma che fino all’ultimo Scooter Braun ha fatto di tutto per opporsi all’operazione.

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Anzi… Taylor Swift ha persino ringraziato la Shamrock: “Sono stati i primi  a rendersi conto che l’operazione per quanto finanziariamente molto redditizia era stata spregiudicata e rischiava di costare carissima da un punto di vista mediatico. Quindi mi hanno subito offerto l’opportunità di ri-acquistare la mia musica con piena autonomia. Sono stati onesti, corretti, rispettosi. Questa per loro era una semplice transazione d’affari. Ma sono felice che abbiano capito il valore emotivo che tutto questo rappresentava per me”.

Secondo Billboard, Shamrock Capital avrebbe guadagnato circa 100 milioni di dollari nei tre anni in cui ha detenuto i master, grazie a ricavi annuali stimati attorno ai 60 milioni, provenienti dalla musica registrata e da due album live. Oltre a quello che Taylor Swift ha versato in modo definitivo.

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Taylor Swift durante gli ultimi Grammy Award – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

Taylor’s Version: un progetto strategico

Dopo la vendita dei master, Taylor Swift aveva immediatamente lanciato un progetto di ri-registrazione dei suoi primi album, pubblicando le cosiddette “Taylor’s Version”. E in questo modo Fearless, Red, Speak Now e 1989 erano stati ripubblicati con alcuni elementi di novità e inediti scalando le classifiche e superando in molti casi anche i numeri degli originali. In tutto questo Shamrock e Scooter Braun non hanno guadagnato un cent e con un colpo di scena decisamente scaltro Taylor Swift ha mandato un segnale molto forte all’industria discografica per riaffermare i diritti della proprietà intellettuale degli artisti.

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Secondo i dati diffusi dalla Luminate, le versioni ri-registrate hanno ottenuto risultati straordinari: Red (Taylor’s Version) ha venduto dieci volte più copie rispetto all’originale nello stesso arco temporale. Fearless (Taylor’s Version) ha registrato tre volte le unità equivalenti rispetto alla prima edizione.

Il successo commerciale è stato accompagnato da un impatto mediatico imponente. La scelta di Taylor Swift ha acceso un dibattito globale senza precedenti sul controllo degli artisti e ha ispirato altri musicisti a chiedere clausole più favorevoli nei contratti discografici.

“Tutto quello che volevo era lavorare abbastanza duramente da poter acquistare la mia musica, senza vincoli, senza partnership, in piena e totale autonomia – ha scritto ancora Taylor Swiftgrazie al supporto dei fan, all’incredibile riscontro di The Eras Tour e al successo delle riedizioni, questo è stato possibile. Non era solo una questione di soldi ma di libertà”

Reputation, Taylor Swift e l’album d’esordio: cosa succede ora?

Due album al momento sono rimasti fuori dal progetto di ri-registrazione: Taylor Swift, del 2006) e Reputation (2017). Swift ha chiarito che Reputation è un disco complesso da ri-lavorare, emotivamente troppo legato a un periodo difficile: “Continuavo a fermarmi. La rabbia, il desiderio di essere capita, la vergogna… Era difficile migliorarlo”.

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Ha però aggiunto che il debut album è già stato completamente ri-registrato e che entrambe le opere potrebbero avere ora… “il loro momento per riemergere quando sarà il momento giusto”.

“Non sarà più una risposta a un trauma – ha concluso Taylor Swift – sarà una celebrazione. Non ho più bisogno di rivendicare quello che mi è stato tolto, perché adesso mi appartiene. Il pubblico, l’unico che ha il diritto di decidere a chi una cosa appartenga oltre a se stesso, sarà al centro di quella che voglio sia un grande momento di celebrazione”.

Chi è Scooter Braun e perché è finito al centro della disputa

Scooter Braun, manager di artisti come Justin Bieber e Ariana Grande con cui per altro è entrato in fortissimo conflitto, è una figura molto controversa nell’industria editoriale e musicale. La sua acquisizione della Big Machine ha scatenato la rabbia di Swift, che l’ha accusato di “bullismo manipolativo”. La cantante ha anche rifiutato un accordo per riacquistare i suoi master che prevedeva un NDA, ossia un patto di riservatezza in cui avrebbe dovuto parlare solo positivamente di Braun.

In un’intervista del 2021, Braun ha espresso rammarico per come si è evoluta la situazione: “Mi rattrista che Taylor abbia avuto questa reazione così scomposta nei miei confronti. Ho cercato di contattarla più volte, ma ha sempre rifiutato qualsiasi dialogo…”.

Braun è oggi un nome divisivo nell’industria musicale, anche per altri motivi. Recentemente, diversi artisti gestiti dalla sua agenzia hanno interrotto la collaborazione, tra cui Demi Lovato e Ariana Grande, alimentando voci su un suo progressivo allontanamento dal management musicale.

Una svolta per l’industria musicale

Oltre al significato personale per Swift, il caso ha avuto un impatto tangibile sul settore. Sempre più artisti giovani stanno negoziando il possesso dei propri master già in fase contrattuale. Taylor Swift, nel suo messaggio, ha sottolineato che tutti i giovani artisti nascono liberi, e devono difendere più di ogni altra cosa la loro libertà: “Ogni volta che un nuovo artista mi dice che ha negoziato per ottenere i suoi master grazie a questa storia, capisco quanto fosse necessario che tutto questo accadesse”.

La battaglia di Taylor Swift ha inoltre influenzato le case discografiche, che ora inseriscono clausole che impediscono o limitano la possibilità di ri-registrare il proprio repertorio. Ma il precedente è ormai aperto e farà giurisprudenza per molti anni a venire.

Con oltre 116 milioni di unità equivalenti vendute negli Stati Uniti e più di 70 miliardi di streaming globali, Taylor Swift non ha solo ripreso il controllo del suo passato: ha ridefinito il futuro dei rapporti tra artisti e industria.

“Ogni singolo dettaglio ha contato – ha scritto la cantautrice nel suo messaggio ai propri fan – ed è sempre e solo grazie a voi, le cose migliori che sono sempre state mie… adesso lo sono davvero”.

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