L’ultimo calvario di Omar Pedrini, un intervento al cuore finisce con quattro giorni di coma farmacologico e il musicista, reduce da sette operazioni cardiovascolari, riemerge dal buio con la sua consueta ironia: “Mi sono perso la festa del papà”
Non si può certo dire che Omar Pedrini manchi di quella resilienza di cui spesso si parla a sproposito.

Il cantante bresciano, 58 anni a maggio, ha affrontato l’ennesimo dramma personale finendo in coma dopo un intervento al cuore per rimediare ai frequenti problemi che lo avevano visto già in fin di vita almeno un paio di volte.
Omar Pedrini, un cuore rock
Nel 2002 finisce in coma per un aneurisma. Viene operato d’urgenza e salvato per miracolo. Torna sul palco a distanza di un anno e mezzo. E da allora alterna attività artistica, sempre più cauta, ad altri interventi chirurgici, a oggi sono ben sette per rimediare ai suoi problemi cardiaci.
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Mercoledì 19 marzo ancora un intervento chirurgico. Un’operazione concordata e programmata, apparentemente nulla di grave. Qualcosa però va storto e alcune improvvise complicazioni costringono i medici a sedarlo per lasciarlo quattro giorni in coma farmacologico. Per la sua compagna Veronica e i suoi figli, Pablo, 21 anni, e i piccoli Emma e Leone, sono ore di grande angoscia.
“Mi sono svegliato dopo quattro giorni”
La buona notizia arriva direttamente da lui e dai suoi canali social con un post che come al solito con ironia racconta l’ennesimo pericolo scampato: “Sono stato sedato per l’intervento alle 8 del mattino convinto che al mio risveglio avrei ricevuto il conforto e i pensierini dei miei figli per la festa del papà. Mi sono risvegliato quattro giorni dopo perché per un problema serio hanno deciso di tenermi in coma farmacologico per qualche giorno”.
Al momento del risveglio, Pedrini confessa lo spaesamento: “Ho chiesto della festa del papà, ma era ormai passata. Allora ho chiesto lumi sui giorni che avevo perso: il risultato dell’Italia, i funerali del Dandy della mia famiglia bolognese, il compleanno di mia figlia Berenice e, ovviamente, quando sarei tornato su in camerata”.
Omar Pedrini, una vita sul palco
Anche nel dramma un pensiero tenero per un amico scomparso: Dandy Bestia, alias Fabio Testoni, chitarrista e fondatore degli Skiantos, scomparso il 16 marzo scorso. Il post ha ovviamente raccolto una pioggia di commenti affettuosi e commossi per un cantante che nel panorama italiano rappresenta qualcosa di estremo valore. Chitarrista e fondatore dei Timoria che hanno tenuto a battesimo come voce solista Francesco Renga, Pedrini è un autore rock di rara efficacia e onestà. A lui si devono veri e propri inni che negli anni ’90 hanno caratterizzato la produzione di una band volitiva e onesta, estremamente efficace oltre che su disco, con alcuni concept album molto complessi e ispirati, anche live.
Al risveglio, Pedrini ha scherzato sul tempo perduto, sulle notizie che non ha potuto seguire e sul soprannome che ora si è affibbiato: “Chiamatemi Comar”.

Cardiochirurgia e ironia
La vicenda si inserisce in un lungo percorso clinico. Omar Pedrini combatte da anni con problemi cardiaci importanti. Già nel 2004 subisce un primo intervento, seguito da un secondo nel 2014. Nel 2021, un controllo di routine rivela un altro aneurisma aortico che porta a un’altra delicatissima operazione, durata cinque ore presso la clinica Villa Torri di Bologna.
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“Sono sopravvissuto a trentacinque anni di rock and roll ma soprattutto a sette operazioni cardiovascolari per un cuore malandrino”, raccontava in un monologo a Le Iene nel novembre 2023. Una testimonianza lucida e piena di consapevolezza, condita dalla sua solita ironia e da una visione quasi filosofica della malattia: “La vita non mi ha fatto mancare niente, eccessi compresi”.
Omar Pedrini: “Il cuore mi ha chiesto di rallentare”
Il racconto sui social si fa personale, intimo, malinconico ma anche tenero: “Mi sono perso la festa del papà… – commenta – ma la recupereremo presto”.
Incapace di stare lontano dal palco e dalla musica che per lui, ormai trasferito a Siena dove gestisce una bella tenuta agricola, non è solo una questione di lavoro né tantomeno economica, Pedrini aveva già da tempo preso consapevolezza con la necessità di rallentare. Nel 2024 aveva iniziato un programma ‘acustico’ prendendo temporaneamente le distanze dal rock: “Il cardiochirurgo mi ha intimato di darmi una calmata – aveva detto – e io ho trovato un piano B. Farò il sarto di canzoni”. E dunque meno musica dal vivo: “L’unico eccitante cui non avrei mai voluto rinunciare” ha concluso il rocker ammettendo la sua vita non esattamente nelle regole soprattutto durante i primi anni con i Timoria.
Omar Pedrini tra ironia, fede e voglia di ripartire
Il tono usato nel messaggio social che accompagna l’annuncio della riabilitazione è un misto di stanchezza e rinascita: “Oggi è il grande giorno e da qua in poi sarà solo riabilitazione per rimettermi presto e bene in forma”.
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Accenna all’attualità internazionale, alla salute di Papa Francesco e alle notizie che ha potuto solo ascoltare dai telegiornali, perché ancora non riesce a leggere.
Il tutto si chiude con un’espressione che sa di preghiera, ma anche di sorriso: “Prego. E no, non mi chiuderò in bagno, lo giuro” – conclude ironicamente fotografando un’avviso delle infermerie che lo invita a non chiudersi a chiave in gabinetto…

Una vita tra musica e ospedali: il diario pubblico di Omar Pedrini
Omar Pedrini ha sempre vissuto la sua malattia come un fatto pubblico, da condividere senza filtri. Dai concerti al letto d’ospedale, passando per monologhi televisivi e aggiornamenti sui social, la sua è una narrazione costante di resistenza. La carriera musicale continua a essere una colonna portante: dal successo con i Timoria, che hanno pubblicato il loro ultimo album nel 2002 per sciogliersi l’anno dopo, al tour Goodbye Rock’n’Roll per i 35 anni di attività, festeggiati nel 2023.
Nel frattempo è arrivata la riappacificazione con Renga, sancita sul palco con una meravigliosa versione live di Sangue Impazzito, un grande classico dei Timoria. Che nel frattempo hanno perso un’altra delle loro colonne, il bassista Carlo Pellegrini, costretto a interrompere qualsiasi attività artistica a causa di un drammatico incidente stradale.
Ora l’ennesimo stop. Ma Renga già tempo fa aveva dato la sua soluzione: “Pensare al domani, fermarsi completamente è impossibile. Basta un minimo di inerzia e si va sempre avanti…”