Importante iniziativa di Ed Sheeran che guida un appello al governo britannico per finanziare l’educazione musicale, aderisono oltre 600 artisti, tra cui Eric Clapton ed Harry Styles
È una iniziativa nata nel Regno Unito. Ma potrebbe benissimo essere applicata anche alle nostre scuole dove l’ora di educazione musicale si limita a un’oretta di teoria alle medie. Troppo poco per avviare potenziali talenti a una minima attività artistica.

Negli ultimi giorni è sceso in campo niente meno che Ed Sheeran per sensibilizzare un’azione politica al governo britannico.
Ed Sheeran e la lettera al governo
La lettera di Ed Sheeran indirizzata al primo ministro Keir Starmer è diventato un vero e proprio caso nazionale. Il cantautore inglese – sostenuto da oltre 600 nomi illustri dell’industria musicale – chiede un intervento urgente per salvare l’educazione musicale nel Regno Unito. Al centro della richiesta, un piano da 250 milioni di sterline per fermare il crollo delle attività musicali nelle scuole pubbliche e nelle comunità locali.
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Tra i firmatari spiccano anche leggende come Eric Clapton, Robert Plant, Elton John, Harry Styles… ma anche dirigenti, produttori e numerosi operatori culturali di livello e valore internazionale.
Una industria in crisi
La mobilitazione delle superstar musicali britanniche segue mesi di dibattito e di segnali d’allarme che riguardano un consistente calo nel fatturato dell’industria discografica inglese.
Tutto è iniziato da alcuni discorsi accorati ai Brit Awards a seguito soprattutto di chiusure di piccoli locali e sale prove, episodi che vanno di pari passo con i tagli ai fondi scolastici e un evidente declino della presenza britannica nelle classifiche musicali globali. L’industria discografica britannica è sempre stato un motore straordinario dell’industria del Regno Unito, l’unica in grado di misurarsi con quella americana. Il segnale del disimpegno delle istituzioni scolastiche nei confronti della musica si è evidenziato con una serie di drastici tagli: meno ore di laboratorio, meno strumenti nelle aule e tutto questo spaventa l’industria discografica che intravede in questi segnali un rischio concreto.
L’appello di Ed Sheeran: “Musica per tutti, non per pochi”
Aprendo la sua lettera aperta, Ed Sheeran richiama l’attenzione su un dato inquietante, la riduzione del 21% dell’insegnamento musicale nelle scuole pubbliche del Regno Unito: “Le scuole statali, che accolgono il 93% degli studenti britannici, stanno progressivamente perdendo le risorse per garantire un’educazione musicale adeguata” scrive il musicista. E aggiunge… – suonare uno strumento o salire su un palco è ormai un privilegio che molti ragazzi non possono permettersi”.
Il cantautore, oggi trentacinquenne, è da anni impegnato sul fronte dell’accesso alla cultura musicale. Una delle sue iniziative più importanti è la Ed Sheeran Foundation, un’iniziativa nazionale con l’obiettivo di offrire programmi educativi inclusivi e di alta qualità, accessibili a giovani di ogni estrazione sociale. Con questa lettera, però, il discorso si fa anche politico: “Come industria, generiamo 7,6 miliardi di sterline l’anno per l’economia britannica. Eppure, le generazioni future non sono messe nelle condizioni di raccogliere il testimone”.

Brit Awards 2025: l’eco degli appelli pubblici
L’azione di Ed Sheeran arriva dopo una serie di discorsi pubblici accorati tenuti durante i Brit Awards 2025. In particolare Myles Smith, vincitore del premio Rising Star, ha usato il palco della O2 Arena per lanciare un monito molto serio: “Quante altre sale da concerto devono chiudere? Quanti programmi musicali devono sparire prima che capiamo che non basta celebrare il successo, dobbiamo difendere le fondamenta?”.
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Un altro momento simbolico è stato il discorso degli Ezra Collective, prima formazione jazz a vincere il Mercury Prize nel 2023, che ha dedicato il loro premio “ai club giovanili, agli insegnanti appassionati e alle scuole che ci hanno sostenuto”. Anche i The Last Dinner Party hanno alzato la voce, unendosi al coro che chiede riforme strutturali e investimenti mirati per il settore.
Eric Clapton e Robert Plant al fianco di Ed Sheeran
A rafforzare il peso della lettera c’è il sostegno di vere e proprie icone della musica britannica. Personalià del calibro di Eric Clapton, Robert Plant, Elton John, Harry Styles e molti altri hanno firmato il documento, contribuendo a superare le 600 adesioni in pochi giorni. Il messaggio è chiaro: non si tratta solo di difendere un comparto industriale, ma di proteggere un intero ecosistema culturale.
“Ho avuto la fortuna di parlare con tantissimi ragazzi e insegnanti in giro per il Regno Unito – scrive ancora Sheeran – e mi è sempre più chiaro che l’educazione musicale è in crisi. C’è tanto talento e passione là fuori, ma i ragazzi non ricevono il sostegno necessario per realizzare il sogno di entrare nel mondo della musica”.
Cinque punti per salvare la musica: la proposta concreta
La lettera di Ed Sheeran non si limita a una denuncia. Il cantautore elenca con precisione cinque aree strategiche su cui intervenire immediatamente: il finanziamento diretto alle scuole per rafforzare l’insegnamento musicale. Formazione specifica per gli insegnanti di musica, il sostegno alle sale prove e ai locali di musica dal vivo di piccole dimensioni. E ancora programmi di apprendistato musicale per creare percorsi professionali accessibili, un curriculum scolastico diversificato, che rifletta le realtà musicali contemporanee e locali…
“Il governo ha annunciato un pacchetto sull’educazione artistica, cos che è molto positiva – dice Sheeran – ma serve un impegno concreto e immediato a livello territoriale. Stiamo perdendo tempo prezioso”.
Lisa Nandy, Ipswich e il modello da replicare
La cultura è al centro anche del programma tracciato da Lisa Nandy, attuale segretaria alla Cultura del governo Starmer, che nel gennaio 2025 ha illustrato un piano in dieci punti per rilanciare l’industria musicale. Durante una visita a Ipswich, la città natale di Sheeran, la ministra ha parlato di un “modello virtuoso”: dall’insegnamento scolastico fino alle esibizioni nei locali e ai percorsi professionali nel settore.
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“Abbiamo bisogno di riprodurre questo approccio in tutto il Regno Unito” ha dichiarato la Nandy, appoggiando indirettamente le richieste del musicista. La sua visione include un sistema di opportunità che accompagni gli studenti dalla passione alla professione, valorizzando ogni tappa del percorso musicale.

Ed Sheeran Foundation: dal sostegno locale a quello nazionale
Il coinvolgimento diretto di Sheeran nelle politiche culturali non è una novità. Già nel 2019 aveva fondato la Ed Sheeran Suffolk Music Foundation (ESSMF), con cui ha finanziato progetti scolastici e attività musicali nella sua zona. A gennaio 2025, con la nascita della Ed Sheeran Foundation, l’impegno si amplia ulteriormente a livello nazionale.
L’obiettivo della fondazione è garantire che ogni giovane nel Regno Unito abbia accesso a un’educazione musicale di qualità, indipendentemente dalla situazione economica o geografica. “La musica nelle scuole e nei centri giovanili deve essere per tutti, non per pochi” ha ribadito Sheeran presentando la sua iniziativa.
Il sostegno dell’industria musicale a Ed Sheeran
Oltre ai nomi storici, l’iniziativa è sostenuta da una nuova generazione di artisti. Tra i firmatari ci sono anche Coldplay, Dave Gahan dei Depeche Mode, Central Cee, Annie Lennox e il produttore Fred Again. Oltre al regista Richard Curtis, il presidente di Sony Music UK Jason Iley e al conduttore televisivo Dermot O’Leary.
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La vasta partecipazione dimostra che il problema dell’educazione musicale non riguarda solo la scuola, ma l’intera filiera dell’industria creativa. “Gli artisti e l’industria da soli non possono garantire il futuro della musica nel Regno Unito – insiste Ed Sheeran – abbiamo bisogno delle scuole, dei club giovanili e dei palchi locali per formare i talenti di domani”.

Ed Sheeran e il ruolo della musica nella società britannica
Con 14 singoli e 8 album al primo posto nelle classifiche britanniche, Ed Sheeran è uno dei volti più riconoscibili della musica contemporanea. Ma la sua battaglia per l’educazione musicale lo ha reso anche un punto di riferimento nel dibattito culturale e sociale. “Non basta esportare artisti di successo – conclude il cantante – bisogna costruire le basi perché quel successo sia possibile”.
La sua voce, amplificata dal sostegno trasversale di colleghi e operatori del settore, sta oggi mettendo pressione concreta al governo. Il messaggio finale è netto: “Abbiamo bisogno di un sistema che funzioni per tutti, non solo per chi può permetterselo”.