Abruzzo, caccia senza confini: 27mila nuove specie abbattibili

Abruzzo: il nuovo calendario venatorio consente l’abbattimento di 27mila storni e fringuelli, specie protette dal ’92. Scatta la protesta animalista

La decisione è di quelle che fanno discutere, e che promettono di scatenare un vero e proprio putiferio nel mondo ambientalista e venatorio. La Regione Abruzzo, con l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni, ha autorizzato con il nuovo calendario venatorio 2025-2026 l’abbattimento in deroga di 8.221 storni e 19.317 fringuelli.

Cacciatore con fucile
Abruzzo, caccia senza confini: 27mila nuove specie abbattibili – Abruzzo.cityrumors.it

Un totale di oltre 27mila uccellini, specie che erano protette e non cacciabili addirittura dal lontano 1992. Una scelta destinata a fare rumore, un po’ come già accaduto per la questione dei cervi da abbattere.

Secondo le normative vigenti, una misura così drastica può essere applicata solo in casi eccezionali, e per motivi ben specifici. Si parla di tutela delle colture o della sicurezza pubblica, e solo in assenza di “altre soluzioni soddisfacenti”. Ma le associazioni animaliste e ornitologiche sollevano dubbi proprio su questa interpretazione, contestando la necessità e la scientificità di tale provvedimento.

Contro questa decisione si sono immediatamente mobilitate tre importanti associazioni di tutela dell’avifauna: la Stazione Ornitologica Abruzzese, la Lipu Abruzzo e l’Associazione per la Tutela dei Rapaci. In una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Marco Marsilio, al vicepresidente con delega alla Caccia, Emanuele Imprudente, e all’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), hanno chiesto spiegazioni su quello che definiscono «un provvedimento scientificamente e legalmente privo di fondamento».

La protesta: “Innocui, senza impatto sulle colture, scelta inaccettabile”

Massimo Pellegrini (Stazione Ornitologica Abruzzese APS), Stefano Allavena (Delegato Regionale Abruzzo per la Lega Italiana Protezione Uccelli) e Fabio Borlenghi (Responsabile per l’Abruzzo dell’Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei Loro Ambienti) hanno messo nero su bianco le loro perplessità. «Il fringuello – hanno scritto – è un uccello di appena 20 grammi, innocuo e senza alcun impatto sulle colture agricole. È inspiegabile come si possa giustificare un intervento di abbattimento per quasi 20.000 esemplari, quando nemmeno nel Piano faunistico regionale si fa menzione di danni a esso attribuibili». Un’accusa chiara, che mette in discussione la base scientifica della decisione regionale.

Cacciatore con binocolo
La protesta: “Innocui, senza impatto sulle colture, scelta inaccettabile” – Abruzzo.cityrumors.it

Le associazioni contestano inoltre la logica adottata per determinare il numero massimo di animali abbattibili. Questa, infatti, non si baserebbe su dati reali di presenza o danni effettivi, ma solo sul numero dei cacciatori presenti in ogni regione. «Così si scambia un criterio di comodo per una valutazione scientifica», hanno chiarito Pellegrini, Allavena e Borlenghi, evidenziando una potenziale discrepanza tra le finalità dichiarate e i metodi di calcolo.

A sollevare ulteriori perplessità tra le associazioni ambientaliste su storni e fringuelli è un altro rischio concreto: quello di confusione con specie affini ma meno comuni, come la peppola e il frosone. Il timore è che i cacciatori possano non saper distinguere correttamente le specie prima dello sparo, mettendo a repentaglio la vita di uccelli rari e protetti. «Autorizzare la caccia a una specie così simile ad altre più rare – hanno concluso – espone a un danno irreparabile la biodiversità locale».

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Le associazioni non usano mezzi termini, parlando di un provvedimento «in contrasto con la vocazione naturalistica dell’Abruzzo, Regione dei parchi». Per questo, preannunciano battaglia legale, avvertendo che «decisioni simili non rafforzano la gestione faunistica, ma la espongono a inevitabili ricorsi». La partita è aperta, e il futuro di questi 27mila uccellini è appeso a un filo. Sarà interessante vedere come si evolverà la vicenda e quali saranno le risposte della Regione Abruzzo di fronte a questa mobilitazione.

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