Teramo, sisma Centro Italia: “Non esiste politica nazionale per ricostruzione”

“A tre anni dal sisma, il tempo sembra essersi fermato a Teramo, così nelle zone del centro Italia colpite e la ricostruzione è praticamente bloccata mentre i paesi muoiono”. A dirlo è il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, in occasione del terzo anniversario dal sisma che ha cambiato per sempre la vita delle migliaia di cittadini della città di Teramo e dell’intera Provincia.

“Ad oggi non è possibile fare pronostici su quanto tempo servirà per ricostruire gli alloggi danneggiati e, comprensibilmente, gli sfollati sono completamente sfiduciati verso un futuro che vedono in sistemazioni “emergenziali” (usufruendo del CAS ovvero trovando ristoro in strutture ricettive) per ancora molto, troppo, tempo. Anche l’attenzione nazionale ormai va scemando e non si attribuisce più la dovuta importanza al terremoto se non, purtroppo, per riferire di nuove scosse, che si susseguono nei vari territori già martoriati”.

È ancora: “Assistiamo continuamente a cambi di governi e commissari straordinari, i quali debbono ogni volta ricominciare le procedure, capirle e interpretarle, per poi trasformarle in ordinanze e decreti. Le cifre della (non) ricostruzione sono inesorabili: quella pubblica, lenta, in parte è in fase di progettazione, mentre per quella privata ci sono esigui casi isolati. Nel nostro paese, a questo punto, possiamo affermare che non esiste una politica nazionale per la ricostruzione e lo sviluppo post sisma. Questa mancanza ha generato disuguaglianze fra i diritti riconosciuti ai cittadini dei diversi territori terremotati portando nel tempo ad una produzione elevata e disomogenea di procedure”.

Per D’Alberto: “E’ importante che si diano risposte in termini di pianificazione urbanistica, di ricostruzione economica e sociale, di riconoscimento e regolamentazione dei processi partecipativi. Purtroppo, dopo tre anni, ci troviamo ancora a fare i conti con leggi e burocrazia che ostacolano e rallentano gli interventi”.

 

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