Era il settembre 2017 quando, nell’ambito di una commissione consiliare congiunta lavori pubblici-scuole, l’allora sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, annunciava la firma di una convenzione tra il Comune e il Consiglio nazionale delle ricerche. I tecnici del Cnr avrebbero validato le verifiche sulla vulnerabilità sismica delle scuole comunali svolte nell’immediatezza degli eventi sismici del 2016/2017, verificando dove fosse necessario effettuare verifiche più approfondite.
A distanza di oltre due anni queste validazioni sono arrivate e i risultati, purtroppo, non sembrano essere confortanti.
Parliamo di sei edifici scolastici, che avevano riportato gli indici di vulnerabilità sismica più bassi in base alle verifiche fatte fare dal Comune, e cioè: Scuola De Jacobis; Scuola R. Molinari; Scuola G. Serroni di S.Nicolò a Tordino; Scuola C.Sarti di Piano della Lenta; Scuola San Giorgio e Scuola San Berardo.
Secondo il CNR per tre di queste scuole non è consigliato eseguire interventi locali e, quindi, se ne suggerisce la demolizione e ricostruzione (si tratta della De Jacobis, della San Berardo e della San Giorgio); per due si ritiene possibile procedere con interventi di recupero e adeguamento sismico (Serroni e Sarti); per una (la Molinari) non si hanno elementi per esprimersi circa la possibilità di ristrutturazione o meno.
Gli indici di vulnerabilità sismica sono, comunque, molto bassi per tutti gli edifici, ben al di sotto del minimo fissato a 0,60 dalle norme vigenti. In particolare la S.Berardo ha un indice di 0,162; la S. Giorgio di 0,164; la Sarti 0,216; la Serroni 0,48 (materna) e 0,32 (primaria); la Molinari da 0,10, 0,18 e 0,20 (tre diversi corpi di fabbrica); la De Jacobis 0,08.
Situazione, quindi, a tre anni dal sisma, sconfortante, per quanto riguarda la vulnerabilità sismica, e la necessità di ricostruire, in tempi brevi, quasi tutte le scuole. La palla passa ora all’amministrazione comunale.