L’Ater Teramo interviene sulla “vicenda storica recente degli immobili di via Piave, le cosiddette ‘casette basse’. Originariamente destinate all’ospitalità delle famiglie in condizioni di disagio abitativo, quelle abitazioni, con il passare dei decenni, hanno patito un progressivo degrado, fino a raggiungere una condizione di effettiva inabitabilità”.
“Fin dal suo insediamento, l’attuale consiglio di amministrazione, proprio alla luce della fatiscenza degli immobili, ha deciso di avviare un progetto di dismissione degli stessi. Con il placet della Regione, infatti, si è quindi adottata la scelta di offrire al mercato immobiliare quelle strutture, bandendo più avvisi per la ricerca dei possibili acquirenti. Allo stato presente, infatti, delle 30 abitazioni esistenti, 18 sono state alienate, mentre per le 12 rimanenti la situazione attuale è: 4 già in stipula di rogito, 3 assegnate ma con rogito da stipulare e 5 residue, che saranno oggetto di un nuovo, prossimo bando. In questo momento, dunque, l’Ater è di fatto solo una dei quattordici comproprietari degli immobili di via Piave. Il progetto di dismissione, dunque, sta per approdare all’esito sperato, favorendo anche una rigenerazione urbana di un’area divenuta, nel tempo, urbanisticamente strategica per la città di Teramo”.
Per la presidente Maria Ceci, “sempre per amor di verità, giova, inoltre, precisare che tutte le abitazioni ancora di proprietà dell’Ater sono regolarmente murate e in piena sicurezza, così come prevedono le norme, e le stesse vengono periodicamente controllate, allo scopo di prevenire, appunto, ogni possibile fattore di rischio”.