Si chiama Carybdea Marsupialis, è grande pochi centimetri, 4 lunghi tentacoli urticanti, al pari della cappella. E’ la cubomedusa dell’Adriatico che è tornata proprio in questi giorni ad infestare le acque antistanti le spiagge affollate dai bagnanti.
Da Martinsicuro a Silvi non c’è stato turista negli ultimi tre giorni che non sia stato punto dal fastidioso organismo gelatinoso. A farne le spese sono soprattutto i bambini. Eppure tra la fine di maggio e per tutto il mese di giugno, non c’erano state segnalazioni di banchi di meduse, come era accaduto lo scorso anno, quando in alcuni casi già a fine primavera era praticamente difficile entrare in acqua.
Si pensava, insomma, ad un’estate senza medusa, ed invece la Carybdea è tornata a nuotare a banchi. In mattinata un bagnante, nella spiaggia antistante la proprietà Rossi, tra Cologna e Roseto, mentre stava eseguendo un’immersione, non si è accorto della presenza di un grosso banco di meduse, finendoci in mezzo. E’ stato punto di fatto sul 50 per cento del corpo, per fortuna senza gravi conseguenze.
Tanto dolore, durato per una ventina di minuti, qualche eritema. In caso di puntura di meduse la cosa da fare immediatamente è lavare la parte colpita con acqua di mare, in modo da diluire la tossina non ancora penetrata. Evitare l’acqua dolce perché potrebbe favorire la rottura delle nematocisti, le strutture urticanti che le meduse usano per difendersi o per catturare le prede, rimaste sulla pelle. Le nematocisti producono gli stessi effetti di una ustione.
La Carybdea Marsupialis, seppur fastidiosa, non è poi così aggressiva come la sua cugina Pelagia Nocticula che vive prevalentemente nel Tirreno ma che si incontra, anche se di rado, anche in Adriatico. La Pelagia sferra punture ustionanti che lasciano cicatrici per tutta la vita.