Alba Adriatica. Confermata dalla Cassazione la sentenza con cui la Corte d’appello de L’Aquila, nell’aprile del 2014, aveva condannato a 24 anni di reclusione William Adamo, il commerciante ambulante 61enne di Alba Adriatica, che il 16 ottobre del 2011 uccise con 19 coltellate, sotto gli occhi di uno dei loro quattro figli, quello disabile, la moglie Maria Rosa Perrone, di 50 anni.
Il delitto si consumò in via Gorizia, ad Alba Adriatica, nel corso di un litigio all’interno dell’autovettura della coppia: in primo grado, il tribunale di Teramo, aveva inflitto all’uomo la pena dell’ergastolo, per omicidio volontario aggravato, capo d’imputazione così come modificato in sede di udienza preliminare dall’originario tentativo di omicidio. La donna, infatti, giunse in pronto soccorso agonizzante per le gravi ferite subite al torace, ma soprattutto alla gola, e spirò.
La donna, Maria Rosa Perrone, secondo la Procura avrebbe potuto salvarsi se solo il chirurgo reperibile all’ospedale di Sant’Omero, Gaetano Sciamanda, fosse intervenuto subito. Così non fu: Maria Rosa Perrone morì e il medico finì sotto processo. I giudici della Corte Suprema hanno confermato anche la condanna a un anno proprio per Sciamanda, accusato di omicidio colposo: è stata infatti rigettata la richiesta della procura generale di annullare la condanna di secondo grado con rinvio ad altra Corte d’Appello. Della sua responsabilità in sede civile è stata chiamata a rispondere la Asl di Teramo che adesso dovrà risarcire i quattro figli della vittima, rappresentati dall’avvocato Maria Grazia D’Angelo, che hanno ottenuto la conferma della provvisionale di 170 mila euro. Un altro processo civile stabilirà l’ammontare del risarcimento definitivo ai famigliari.