Pescara. È giunta una sentenza della Corte di Cassazione del 2 novembre scorso, che sostiene la liberalizzazione del servizio taxi nella città Pescara, contrastando in alcuni punti il regolamento che il Comune di Pescara vorrebbe adottare e che sarà sottoposto al prossimo Consiglio comunale.
Più in particolare, a seguito delle tensioni scaturite in passato tra le due cooperative che gestiscono il servizio taxi a Pescara e nell’area metropolitana, il nuovo regolamento cerca di blindare il servizio per garantire le 40 licenze rilasciate ed esercitanti sul Comune stesso. Gli uffici comunali, sotto la direzione dell’architetto Fabrizio Trisi, avevano così previsto delle pesanti sanzioni per quei tassisti che venivano fermati fuori dal Comune che aveva rilasciato loro la licenza. Non solo. Ogni taxi di Pescara avrebbe dovuto riportare il logo della città per essere chiaramente riconoscibile.
La sentenza della Cassazione va, invece, esattamente nella direzione opposta, affermando che un tassista con licenza rilasciata dal Comune di Pescara può, ad esempio, essere chiamato da un cliente a Fiumicino, andare a prelevarlo e portarlo dove il cliente richiede. Il tutto a prescindere dal Comune che ha rilasciato la licenza al tassista.
Il vicesindaco e assessore al traffico, Berardino Fiorilli, sta dunque valutando la possibilità di ritirare la proposta di delibera per effettuare gli approfondimenti del caso, in attesa di un’ulteriore pronuncia della Cassazione: la sentenza in questione infatti, nonostante la giovane età, ha già dato adito a decise reazioni.