Josi Della Ragione, primo cittadino di Bacoli, in esclusiva ai nostri microfoni sulle continue scosse sismiche che ormai da giorni si registrano ai Campi Flegrei.
Lo sciame sismico ai Campi Flegrei continua senza sosta. Negli ultimi giorni sono oltre 600 le scosse registrate nella zona e il numero sembra essere destinato ad aumentare ancora di più.

Ai nostri microfoni in esclusiva è intervenuto Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, per fare il punto della situazione e capire come sta reagendo la popolazione ad un momento non facile.
Il sindaco di Bacoli: “Oltre 600 scosse nel giro di pochi giorni”
Sindaco Della Ragione, in questo momento qual è la situazione a Bacoli?
“Bacoli ed i Campi Flegrei sono segnati da diversi giorni da sciami sismici, che hanno determinato nel nostro territorio oltre 600 scosse. Molte di queste sono state ben percepite dalla popolazione e con magnitudo superiore al 2. Al momento la situazione è sotto controllo nella misura in cui abbiamo attivato tutti i servizi utili alla popolazione in termini di assistenza e comunicazione. Siamo in contatto costante con la Prefettura di Napoli, la Protezione Civile nazionale e regionale e con tutte le forze dell’ordine per affrontare i disagi. Non registriamo danni a persone. Nella città di Bacoli abbiamo effettuato numerosi controlli alle scuole e sono in sicurezza. I bambini non hanno saltato nessun giorno di scuole. Abbiamo verificato anche le abitazioni. In un solo caso c’è stato bisogno dello sgombero perché la struttura era inagibile. Vi sono sei persone che dormono fuori casa: due perché l’appartamento non era agibile mentre altri quattro per paura e si trovano nel nostro centro di accoglienza“.

Il centro di accoglienza, quindi, è già attivo. Come funziona?
“Abbiamo attivato il centro di prima accoglienza in una scuola. Per il momento abbiamo a disposizione per la comunità 60 lettini oltre che un servizio di assistenza psicologica e con la presenza della protezione civile, del personale del 118. La struttura accoglie anche semplicemente le persone che hanno paura di dormire in casa. Quindi è un centro molto funzionale che ci permette di avere un presidio costante sul territorio a cui i cittadini possono rivolgersi per qualsiasi esigenza“.
“La comunità è preoccupata, ma…”
Come sta reagendo la cittadinanza a queste scosse degli ultimi giorni?
“La comunità è sicuramente tesa, preoccupata, impaurita, ma è in dubbio che negli ultimi due anni abbiamo fatto molto per diminuire questo grado di paura. Oggi la città risponde in modo diverso rispetto al passato. Per esempio prima i cittadini si riversavano in strada anche per una scossa di magnitudo 2 o 2.5, chiedevano di evacuare oppure andavano a scuola a prendere i bambini. Oggi possiamo dire che con un terremoto anche più forte non accade questa frenesia. Ovvio che nel momento della scossa, c’è paura. Evidenzio che noi abbiamo due tipi di rischi: quello vulcanico, che è l’esplosione della caldera. Bisogna dire che la Commissione dei Grandi Rischi nazionale, l’Ingv e l’osservatorio vesuviano ritengono che non sia un fatto di attualità. Naturalmente se dovesse verificarsi, ci sarebbe l’evacuazione di tutti i cittadini dell’area a rischio vulcanico dei Campi Flegrei. Noi oggi stiamo vivendo quello del bradisismo: ossia scosse anche continue, ma che non determinano la necessità di fuggire da questa zona. Stiamo creando tutte le condizioni per poter convivere con questo fenomeno rendendo più resistenti le strutture private e quelle pubbliche”.
Come Comune state pensando a qualche misura particolare?
“Noi come Comune stiamo garantendo l’assistenza, la massima comunicazione e informazioni, sinergia con tutti gli organi istituzionali. E stiamo facendo in modo che una problematica come questa diventi nazionale. Stiamo per avviare la campagna di studio di vulnerabilità sismica sia delle case che delle facciate, facciamo i sopralluoghi nelle abitazioni per capire quali sono a rischio. Come sindaco informo la cittadinanza dicendo la verità. Noi in questa fase possiamo avere una convivenza attenta. Continuare con le prove di evacuazione, spiegare alla gente le aree di attesa, di ammassamento, il centro di prima accoglienza. È evidente che al momento c’è una maggiore attenzione della comunità e bisogna dare a loro delle nozioni utili per il futuro”.