Nereto, tutto da rifare alla Poliservice: accolto il ricorso. Torna in sella il “vecchio” Cda

Nereto. E’ tutto da rifare alla Poliservice. Il nuovo consiglio di amministrazione della società dell’igiene urbana (e non solo) della Val Vibrata, infatti, viene nella sostanza viene sospeso nelle sue funzioni e di riflesso torna in carica la vecchia governance.

 

E’ un sorta di terremoto quello che si è consumato questo pomeriggio. Il tribunale delle imprese di L’Aquila ha sospeso l’efficacia delle delibera dello scorso 24 settembre quando l’assemblea dei soci aveva eletto i nuovi componenti del consiglio di amministrazione. Il giudice Christian Corbi, infatti ha accolto il ricorso del Comune di Nereto (al quale si è agganciato anche il socio privato della Poliservice), sospendendo l’efficacia della delibera della contestata assemblea dei soci.

Il dispositivo. Il giudice nel dispositivo pone l’accento su un aspetto: l’assemblea dei soci si sarebbe dovuta limitare a modificare lo statuto, relativamente al concetto del rispetto delle quote di genere e non arrivare ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. In pratica quella operazione doveva essere perfezionata solo dopo una modifica statutaria.

E in questa valutazione il giudice del tribunale delle imprese ha applicato anche un principio comparativo. Sospendere l’efficacia della delibera in questione non crea pregiudizio alla Poliservice, in quanto la stessa società può essere amministrata dalla precedente compagine governativa. Che in pratica torna in auge, in regime di prorogatio, e che dovrà occuparsi di riconvocare i soci e provvedere ad eleggere il nuovo Cda.

 

I risvolti. L’accoglimento dell’istanza cautelare rimette indietro le lancette di 4 mesi e pone la necessità di riaprire un tavolo di confronto per ridisegnare l’assetto della società. E sotto questo aspetto la posizione assunta dal sindaco di Nereto Daniele Laurenzi, che aveva contestato la legittimità delle deliberazioni di settembre, ora trova un riscontro pratico con l’accoglimento dell’impugnativa (Comune difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanni). E in questo contesto non possono non essere ricordate le tensioni di natura politica nate in seno all’assemblea dei soci, ma anche i rapporti nell’Unione dei Comuni.

 

 

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