Individuato grosso giacimento di gas sul versante occidentale di Giulianova

Giulianova. Tre anni fa prima del Covid le prospezioni per conoscere la conformazione del sottosuolo alla ricerca di sacche di idrocarburi.

 

Ora è arrivata la conferma dopo 126 verifiche, 19 esami di laboratorio sulla formula chimica, 2 micro-ispezioni sino a 4 chilometri di profondità eseguite in totale anonimato e senza che nessuno potesse accorgersi di nulla. Il versante occidentale del territorio comunale di Giulianova, che comprende meno del 50 per cento della frazione di Case di Trento sino ai confini col Comune di Mosciano, poggia su un ricco giacimento di gas naturale (metano), lo stesso che si trova nelle profondità dell’Adriatico, oltre il primo strato di crosta terrestre.

Per capire l’importanza del giacimento giuliese, basta fare un paragone con ciò che è presente nell’Adriatico che conterebbe una risorsa di oltre 70 miliardi di metri cubi di gas naturale. Ebbene, il giacimento scoperto alle spalle del nucleo abitativo centrale di Giulianova conterebbe, secondo gli esperti, il 6 per cento dell’intera risorsa nazionale. La notizia doveva essere tenuta segreta almeno sino al prossimo mese di giugno, data fissata dal nuovo governo centrale per esprimere un parere sulle nuove perforazioni in Italia con l’obiettivo di raggiungere una sorta di autonomia energetica sotto questo aspetto.

 

Ma due notti fa il sindaco Jwan Costantini ha ricevuto una mail dal Prospecting Center di Ashfield, città della contea di Franklin, nel Massachusetts, il centro che ha eseguito le famose prospezioni. Una lunga relazione, con dati analitici, riguardante l’esito delle indagini eseguite tre anni fa e confermate successivamente dai due laboratori chimici. Il Prospecting Center ha inviato al sindaco due foto scattate durante i controlli del sottosuolo. Il primo cittadino giuliese è apparso inizialmente turbato, pensando anche ad uno scherzo. Sono bastate però tre verifiche per accertare che non si trattava affatto di una goliardata ma di qualcosa davvero concreto e di grande che potrebbe cambiare il volto della città.

 

Due gli scienziati interpellati dall’amministrazione giuliese: il professor Primo De Saurus, esperto internazionale di prospezioni, e Marcello D’Aprile docente della facoltà di Chimica dell’Università “Magellano” di Fidenza. Da capire adesso cosa accadrà. Non esiste ad oggi alcuna autorizzazione per estrarre il gas naturale. Ma la relazione è stata già inviata al ministero per le politiche energetiche. E’ chiaro che la presenza delle trivelle (secondo gli esperti verrebbero attivati almeno tre pozzi, oltre alla realizzazione di un sofisticato impianto di stoccaggio) deturperebbe il paesaggio. Dall’altro canto la città avrebbe, come risarcimento, fornitura gratis di gas metano per almeno 50 anni. Ma una volta esaurita la sacca sotterranea cosa accadrebbe? Il giacimento avrebbe una vita di oltre 70 anni prima che si esaurisca completamente.

A quel punto la transizione ecologica dovrebbe aver modificato del tutto le abitudini della gente, sia per quanto riguarda la mobilità sia per ciò che concerne l’uso del gas per acqua calda e per cucinare. Costantini giovedì mattina eseguirà un sopralluogo accompagnato da un pool di esperti. Il centro urbano più vicino è distante dal punto esatto in cui è stato individuato il giacimento.

 

Ma non è finita qui. Durante le prospezioni, le immagini elaborate da un software particolare hanno consentito di far emergere dell’altro. E’ stata individuata la presenza di almeno tre scheletri di dinosauri. Sarebbero poco più grandi di “Ciro”, il fossile di dinosauro rinvenuto nel 1981 a Pietraroja in provincia di Benevento. Lunghi circa 45 centimetri e alti una trentina, si troverebbero ad una profondità di 8 metri. E potrebbero risalire a 110milioni di anni fa. Le immagini sono state elaborate in 3D da un computer che ha raccolto ogni singolo dato durante le prospezioni eseguite con una piccola carica che crea una serie di onde nel sottosuolo che “disegnano” ciò che incontrano al loro passaggio.

 

In questo caso la zona non è stata indicata per timore che i saccheggiatori possano scavare e in una notte e trafugare gli scheletri. Neppure il sindaco Costantini conosce il punto esatto. Ma subito dopo il Primo Aprile, verosimilmente intorno al 13 di questo mese, arriverà sul posto una squadra di paleontologi per iniziare a circoscrivere la zona e ad avviare con ogni probabilità gli scavi. Insomma, un mese di aprile intenso per Giulianova e il suo sindaco a partire da oggi, Primo Aprile.

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