False dichiarazioni per ottenere il reddito di cittadinanza: 65 persone denunciate in provincia di Teramo

Teramo. Sessantacinque persone denunciate per aver percepito, attraverso false dichiarazioni, in maniera indebita il reddito di cittadinanza.

 

La maxi-operazione di controllo operata dai carabinieri del comando interregionale “Odaden” di Napoli (con il gruppo tutela del lavoro di Roma) ha interessato anche l’intera provincia di Teramo. Verifiche effettuate dal comando provinciale di Teramo nel periodo tra il 1 maggio e lo scorso 17 ottobre. Nello specifico sono state controllate 1059 famiglie titolar del sostegno statale (il 25% dei beneficiari di tutta la provincia aprutina, dove la platea è di 4306), e il 6% del totale non era in regola. Per coloro che hanno violato le norme in materia viene contestato il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico: in concreto false dichiarazioni per ottenere in beneficio.

In totale sono finite sotto indagine 65 persone: 20 italiani e 65 stranieri (29 comunitari e 16 extracomunitari) residenti nei seguenti Comun: 16 a Teramo, 11 a Martinsicuro, 10 a Giulianova, 9 ad Alba Adriatica, 7 a Roseto degli Abruzzi, mentre i restanti casi sono stati scoperti a Notaresco, Mosciano Sant’Angelo, Castellalto, Montorio al Vomano, Crognaleto, Morro d’Oro e Silvi. Le somme indebitamente versate ammontano ad oltre 367mila euro.

I controlli hanno comunque riguardato anche i comuni di Isola del Gran Sasso, Castel Castagna, Castelli, Colledara, Tossicia, Valle Castellana, Torricella Sicura.

Le irregolarità rilevate. I casi più frequenti hanno riguardato: il mancato requisito, per i cittadini stranieri, dell’essere residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in modo continuativo; le false dichiarazioni (su beni mobili e immobili posseduti, o sui redditi percepiti) fornite all’INPS/CAF/patronati per la formazione degli ISEE<€ 9.360; il possesso di autoveicoli immatricolati per la prima volta nei 6 mesi antecedenti la domanda o di veicoli di cilindrata superiore a 1.600 c.c. immatricolati per la prima volta nei 2 anni antecedenti l’istanza.

Un caso simbolo. Tra le irregolarità rilevate anche quella di un albanese, separato con figli, che all’atto della presentazione della domanda per la concessione del beneficio, nell’ottobre 2019, aveva dichiarato di essere residente a Teramo. In realtà, dagli accertamenti svolti, è poi risultato che il soggetto in questione era emigrato per il Paese di origine nel marzo del 2018 ed aveva quindi indebitamente ottenuto, da aprile a settembre 2020, la somma di 1.500 euro.

 

Dati conferenza stampa-RdC

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