Il salmone è un pesce ricco di nutrienti, gustoso e amatissimo in cucina grazie alla sua versatilità: meglio mangiarlo fresco o affumicato?
Amato e consumato in tutto il mondo, il salmone è un pesce dai valori nutrizionali strabilianti. Vi troviamo ad esempio un’alta concentrazione di grassi essenziali Omega-3, sali minerali quali fosforo e potassio, nonché un buon apporto di vitamine.
Nel mondo se ne consumano milioni di tonnellate (basti pensare che le stime del 2023 riportavano 4 milioni di tonnellate), in preparazioni di ogni genere. C’è chi lo consuma crudo, ad esempio nel sushi, o nelle tartare, e chi preferisce cuocerlo. Si può usare per preparare antipasti, condire primi oppure come secondo.
Inoltre ne esiste sia la versione fresca che quella affumicata, che si contraddistingue per un gusto sicuramente più deciso, derivante appunto dal processo di affumicatura. Il salmone affumicato, inoltre, presenta un minor quantitativo di acqua, cui fa da contraltare un’alta concentrazione salina.
Questi due elementi ci mettono davanti ad altrettante conseguenze. Un alimento disidratato, innanzitutto, va consumato in quantità nettamente minori rispetto alla sua versione ricca di acqua. Pensiamo alla pasta fresca o a quella di semola, oppure ai legumi in barattolo o a quelli secchi, di cui si raccomanda un consumo medio rispettivamente del doppio e la metà.
In secondo luogo bisogna considerare la quantità di sale presente nel salmone affumicato. Come è noto il sale aiuta a conservare gli alimenti più a lungo, ma allo stesso tempo può avere effetti negativi sul nostro organismo, in particolare rispetto alla salute cardiovascolare e alla pressione sanguigna.
Per questo il suo consumo andrebbe ridotto e, conseguentemente, anche il consumo di alimenti ricchi di sodio, tra cui il salmone affumicato. “Ma allora si deve mangiare solo il salmone fresco?“, ci si potrebbe chiedere. Come per ogni cosa anche in questo caso la risposta non è univoca. Anche rispetto al salmone fresco si possono infatti evidenziare alcune problematiche.
Innanzitutto non tutto il salmone fresco è pescato in mare aperto e anzi la maggior parte proviene da allevamenti in cui gli esemplari vivono accalcati e vengono nutriti con mangimi industriali. In secondo luogo bisogna tenere presente che, proprio come i tonni, anche i salmoni possono accumulare metalli pesanti (come il mercurio) e microplastiche, potenzialmente dannosi per il nostro organismo.
La cosa migliore, dunque, è effettuare un consumo consapevole di entrambe le tipologie di salmone. Per esempio riducendo la porzione e la frequenza del consumo di quello affumicato e scegliendo salmoni selvaggi di piccola taglia per quello fresco (impanato e fritto è da perdere la testa). In tal modo ci potremo schermare almeno in parte dalle contrindicazioni di un consumo di salmone troppo frequente.