Emerge un diffuso rischio che riguarda prodotti lattiero-caseari con al loro interno il batterio della Escherichia coli. Qual è la loro provenienza.
Allarme Escherichia coli, le preoccupazioni sono fondate visto che derivano da un recente studio che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla salute pubblica. Questo test ha rivelato che oltre il 25% dei prodotti lattiero-caseari, tra cui latte, formaggio e yogurt, potrebbe essere contaminato da Escherichia coli (E. Coli). Questa scoperta, pubblicata sull’International Dairy Journal, ha acceso i riflettori sui pericoli associati al consumo di latticini non adeguatamente trattati, con possibili conseguenze gravi per la salute.
L’Escherichia Coli è un batterio che normalmente vive nell’intestino di esseri umani e animali, ma in alcune circostanze può trasformarsi in un patogeno pericoloso. Le infezioni possono causare una serie di problemi, dalla diarrea a complicazioni gravi come insufficienza renale, meningite e, nei casi più estremi, morte. La situazione è particolarmente allarmante per i prodotti lattiero-caseari a base di latte crudo, che hanno mostrato i tassi di contaminazione più elevati. Tali prodotti hanno una provenienza ben specifica.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori giapponesi ed egiziani dell’Università Metropolitana di Osaka e del Dipartimento di igiene alimentare, ha analizzato più di 200 campioni di prodotti provenienti da diverse fonti in Egitto, inclusi mercati locali e venditori ambulanti.
I risultati sono stati chiari: il 26,2% dei campioni conteneva tracce di E. Coli, con il latte crudo di bufala che ha registrato il tasso di contaminazione più alto. In contrasto, il rayeb, una variante di latte scremato, ha mostrato un’incidenza del 7,5%. L’allarme Escherichia Coli riguarda proprio l’Egitto, dei quali un quarto in totale circa dei suoi prodotti lattiero-caseari risultano contaminati.
Un aspetto inquietante della ricerca è rappresentato poi dalla scoperta di un ceppo di Escherichia Coli mai identificato prima. Il professor Yamasaki, che ha guidato lo studio, ha dichiarato che questo nuovo ceppo potrebbe rappresentare un ulteriore rischio per la salute pubblica, poiché non si inserisce in nessuna delle categorie già conosciute di E. Coli patogeno.
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Le implicazioni di questa scoperta sono amplificate dai precedenti casi di contaminazione che hanno colpito il settore lattiero-caseario. Un episodio significativo è avvenuto nel 2017 in Italia, quando un bambino di quattro anni è stato ricoverato in stato vegetativo dopo aver consumato formaggio prodotto con latte crudo contaminato.
Questo evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei prodotti lattiero-caseari e sulla necessità di controlli più rigorosi.
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A fronte di queste problematiche, è importante notare che i prodotti lattiero-caseari importati dall’Egitto sono soggetti a controlli severi da parte delle autorità europee. Le normative in materia di qualità e sicurezza alimentare mirano a proteggere i consumatori da potenziali rischi, ma la presenza di batteri resistenti agli antibiotici in quasi il 27,4% dei campioni analizzati evidenzia la necessità di un monitoraggio costante e di strategie preventive più efficaci.