Teramo. I danni alla rete stradale provinciale e ai fiumi di competenza, ad una prima stima, ammontano a 12 milioni e 400 mila euro. Anche questa volta le piogge torrenziali hanno causato enormi problemi al territorio teramano, alle strutture pubbliche, a molti privati e a tante imprese.
In apertura di Consiglio, questa sera, il presidente Valter Catarra, ha presentato una risoluzione da inviare al Parlamento chiedendo che “venga recepita con urgenza la proposta del Ministro dell’Ambiente per un Piano straordinario e pluriennale di manutenzione del territorio e che venga approvata la proposta di legge per scorporare dal Patto di stabilità gli investimenti per la difesa del territorio”. Per la copertura finanziaria – il Governo attualmente ha stanziato 30 milioni di euro, meno di un milione per Regione, mentre secondo le previsioni del Ministero per l’Ambiente occorrerebbero 500 milioni l’anno – la risoluzione della Provincia propone: “che vada revisionata la spesa pubblica: fondi per le forze armate, contributi di solidarietà alle cosiddette “pensioni d’oro”, abbassamento del tetto di spesa per la dirigenza pubblica e delle società pubbliche partecipate, dimezzamento dei parlamentari per citare alcune delle voci di spesa più controverse, per destinare immediatamente maggiori risorse al Piano”.“La lotta contro il dissesto idrogeologico è un’emergenza nazionale e rappresenta il più grande investimento infrastrutturale che il nostro Paese ha il dovere di compiere per tutelare il il proprio suolo, garantire maggiore sicurezza ai cittadini e attivare migliaia di cantieri, con ricadute importanti anche sull’occupazione – ha continuato il Presidente – in queste ore, così come è sempre accaduto in circostanze simili, gli uomini e i mezzi della Provincia sono stati al fianco delle comunità locali; dei cittadini e dei sindaci, con centinaia di interventi negli ultimi tre giorni. Insieme alla solidarietà, ora, sale un moto di impotenza e indignazione per la sottovalutazione di un problema che sempre più spesso assume i toni del dramma e della tragedia: dal contributo di vite umane al colpo, anche questo fatale, all’economia locale. La Provincia di Teramo si è vista assegnare 33 milioni di euro per l’alluvione del 2011: al momento abbiamo distribuito agli enti locali circa 5 milioni di euro che ci sono già stati trasferiti. Mancano all’appello ancora 28 milioni di euro. 20 arriveranno dalla Regione Abruzzo entro fine mese.Ma oggi vi è la consapevolezza che buona parte di questi finanziamenti, se li avessimo avuti a disposizione e li avessimo spesi, sarebbero scivolati via insieme alle piogge torrenziali. Negli ultimi 5 anni la Provincia teramana, così come è accaduto in altre aree del Paese, è stata interessata da almeno 4 episodi alluvionali di grave entità. Ai danni subiti dagli enti locali – per le strade, le strutture pubbliche e i fiumi – si aggiungono quelli sofferti da migliaia di privati, di imprenditori, di agricoltori. La stima dei danni sale a centinaia di milioni di euro. Ogni euro speso in prevenzione farebbe risparmiare dieci euro di danni: questo dicono gli esperti”.Il consigliere del Pd, Renzo Di Sabatino, ha dichiarato la disponibilità del gruppo a votare la risoluzione – che per Statuto ora dovrà essere trasformato in Ordine del giorno e votato nel prossimo Consiglio – ma, ha sottolineato: “fra i responsabili deve essere indivuata anche la Regione Abruzzo che in questi anni ci ha lasciati soli, ha lasciato sola anche la Provincia con promesse di soldi che non arrivano mai e non avviato alcuna programmazione rispetto ad un problema enorme come questo”.
Romandini: domani chiederemo stato di calamità.
“Sì, chiederemo lo stato di calamità naturale”. L’assessore provinciale alla Viabilità Elicio Romandini esce dal consiglio provinciale in tarda serata e fa la conta dei danni degli ultimi giorni di maltempo. “Abbiamo calcolato danni per 15 milioni di euro – spiega Romandini – Danni che riguardano le strutture provinciali e comunali e i fiumi provinciali. Per cui domani prepareremo tutti i documenti e inoltreremo la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale”. Il ciclone Venere ha messo di nuovo in ginocchio il territorio teramano dopo le alluvioni del 2009 e del 2011, territorio dove tuttora permangono alcune criticità (tra i comuni montani su tutti) nonostante il maltempo sia ormai fortunatamente un ricordo. I danni registrati nelle varie zone spingeranno dunque l’amministrazione provinciale a chiedere lo stato di calamità naturale.