“Il mio appello – dichiara in proposito Monticelli – è a tutti gli amministratori dell’area, che sono stati chiamati a tutelare la collettività. Che fine hanno fatto? Alla luce di quanto sta accadendo non possiamo rimanere indifferenti e mettere a rischio la salute dei nostri concittadini, che non avranno più un presidio ospedaliero di riferimento”.
Per questo motivo e in attesa di muovere i primi passi da un punto di vista legale, il primo cittadino invita i sindaci della zona a farsi avanti e a difendere il San Liberatore assieme a tutta la comunità locale.
“Non sono stati mantenuti degli impegni – continua Monticelli – e così oggi i cittadini, per ricoversarsi, devono rivolgersi altrove, quando a due passi abbiamo un presidio di eccellenza per il quale erano stati assicurati grandi investimenti”.
Il riferimento è a strumentazioni quali litotritore, tac a 16 strati, gamma camera e risonanza magnetica, più volte promessi dagli amministratori regionali e dai vertici della Asl nel corso di assemblee pubbliche e conferenze, ma che gli operatori aspettano ancora.
“Per tutte queste ragioni – conclude il primo cittadino pinetese – chiamo a raccolta i sindaci del comprensorio, affinchè facciano sentire la loro e perché insieme ci mobilitiamo e allarghiamo il fronte della protesta”.