“Assistiamo da settimane a riunioni convocate per decidere la revisione tariffaria e soprattutto per discutere i problemi di gestione dell’Aca, l’azienda acquedottistica che si occupa dei servizi idrici d’ambito in 64 Comuni, tutti quelli della Provincia di Pescara e delle province parte di Chieti e Teramo, in cui puntualmente manca il numero legale e non si discute del vero nocciolo della questione – raccontano Lattanzio e Linari, che hanno votato contro gli aumenti delle bollette – e cioè quello della mala gestio dell’Aca. Inoltre ci chiediamo, qual è quell’Azienda, pubblica o privata, in cui il management, che accumula debiti, e dunque incapace, si auto accredita per il nuovo corso di gestione, chiedendo aumenti per ripianare debiti da esso stesso contratti. Chiediamo – aggiungono ancora i sindaci di Tocco da Casauria e Torre de’ Passeri – ai colleghi sindaci e ai presidenti di Provincia di attivarsi per arrivare ad una gestione efficiente che, prima di aumentare le bollette dell’acqua, provveda al taglio di tutti i costi inutili e valuti le priorità per gli investimenti, decidendo realmente la gestione operativa dell’Aca. Chiediamo, insomma, alla politica di rimettere al centro le professionalità e i talenti, per un nuovo management Aca più competente e senza più clientele. E se da un lato le tariffe dell’acqua sono tra le più basse d’Italia e, su solleciti della Corte dei Conti e della Commissione Europea, vanno inevitabilmente adeguate, ci preme, soprattutto, sottolineare che i Comuni, essendo soci dell’Aca, rischiano di dover pagare i debiti di una società, l’Aca, che rischia, a causa dei debiti accumulati negli anni, di fallire. Va da se’, che i debiti da saldare, ricadrebbero, proporzionalmente sui Comuni soci. Una possibilità, da scongiurare con ogni mezzo, anche in considerazione che molti debiti contratti dall’Aca, sono stati contratti con i Comuni stessi: i cittadini si troverebbero, in pratica, beffati due volte”.