Pescara, Pd e Idv: “Ecco i regali del dragaggio alle imprese”

dragaggioPescara. Gli atti procedurali riguardanti il dragaggio del porto, recentemente consegnate dall’amministrazione al Pd, nelle mani del vice capogruppo Enzo Del Vecchio, restituiscono i primi “squarci di luce” in uno scenario rimasto oscuro fin dall’inizio. Prezzi lievitati a fronte di meno quantità dragate, appalti, subappalti, discariche e requisiti mancanti compongono i tasselli di un puzzle enigmatico, sul quale l’immagine del il porto esce massacrata e quella della marineria in ginocchio a piangere.

È stato proprio Del Vecchio, affiancato dal consigliere comunale Idv Fausto Di Nisio, ad illustrare stamattina in conferenza stampa quanto scoperto nelle carte, ovvero ciò che “conferma le denunce quotidiane mosse dalla opposizione il deprecabile, maldestro e distorto uso che si è fatto del denaro pubblico”. A monte c’erano due procedure di gara: “la prima di 500mila euro per rimuovere 9mila metri cubi di materiali, poi ridotti a 2.000; la seconda di 1,9milioni, poi ridotti a 1.090.603 euro per rimuovere 16800 metri cubi”, riferiscono i due. “Gli esiti della prima gara, svoltasi in data 17 giugno 2010, evidenziano immediatamente la mancanza dei requisiti da parte dell’impresa appaltatrice, Nicolaj, e cioè la indisponibilità del sito ove trasferire e trattare l’ingente mole di materiale da dragare. Per risolvere la questione”, ricostruiscono Del Vecchio e Di Nisio, “l’impresa Nicolaj ottiene, nel corso di una riunione tecnica tenutasi il 2 luglio 2010, l’autorizzazione, confermata dal Provveditorato, a trattare sul posto il materiale dragato con un impianto mobile, e contestualmente l’autorizzazione dalla Committenza  ad assegnare in subappalto alla ditta Dec NV detti lavori”.

Viene quindi sottoscritto il contratto alle due ditte, nel quale si specifica che “Al fine di ridurre i tempi di esecuzione dei lavori prima di predisporre il lungo trasporto dei macchinari sarebbe utile prelevare un nuovo campione del materiale e sottoporlo a specifiche analisi da parte della Dec ed a seconda del risultato predisporre il trasporto dei macchinari adatti al trattamento.” All’esito delle analisi accade il primo fatto ritenuto incredibile da Pd e Idv: “Il provveditorato, invece di sollecitare l’avvio immediato dei lavori di dragaggio, il cui costo è stato fissato con il progetto esecutivo per 42,5 euro al metro cubo, con la strumentazione adeguata secondo l’esito delle analisi, predispone un progetto di variante con il quale, oltre a ridurre a 2mila mc i materiali, aumenta il costo del trattamento dei fanghi,  in ragione della nuova strumentazione, a 105,5 euro al metro cubo e prevedendo un sovrapprezzo di 4,46 €/mc giustificandolo per le ridotte capacità produttive del macchinario e pone a totale carico della Committenza i costi di mobilizzo e smobilizzo dello stesso macchinario della società DEC a cui, si ricorda, l’impresa Nicolaj aveva già affidato il subappalto dei lavori, all’incredibile costo di 223.800 euro”. E nel costo del trattamento dei fanghi sono ricompresi gli oneri di trasporto a discarica. “Il primo immenso regalo ad un privato in danno della collettività”, chiosano. Presunti regali che non finiscono qui.

Arrivò l’emergenza totale nel porto che costrinse il Provveditorato a stilare un ulteriore progetto da 1,9 milioni per rimuovere ulteriori 16.800 metri cubi di materiali affidando nuovamente i lavori alla stessa impresa Nicolaj che si era trovata in empasse fin dall’origine. E la Nicolaj subì prima il sequestro giudiziario della discarica indicata per lo sversamento del dragato, “proprio quell’elemento che rappresentava in gara  lo strumento contrattuale indispensabile, ove allocare i materiale inquinato separato dalle sabbie da parte della Dec”, precisano i due. La crisi della marineria dilagava, il porto continuava ad insabbiarsi nonostante i 9mila metri cubi fin lì asportati dal fondale: il Provveditorato, allora, optò per la sospensione dei lavori e decise di approntare una variante progettuale in diminuzione contabilizzando quanto fino ad allora dragato.

“Ma, la lettura del computo metrico evidenzia l’ennesima sorpresa”, proseguono Del Vecchio e Di Nisio; computo conteggiato da loro nel prospetto che segue.

 

Lavori a corpo

€.

834.540,00

Oneri per la sicurezza (non soggetti a ribasso)

€.

8.000,00

Importo totale a base d’appalto

€.

826.540,00

A detrarre ribasso offerta 12,5%

€.

103.317,50

Restano al netto del ribasso

€.

723.222.50

Oneri per la sicurezza (non soggetti a ribasso)

€.

8.000,00

Importo netto lavori compreso oneri

€.

731.222,50

Conferimento a discarica

€.

262.800,00

Analisi omologa rifiuti

€.

10.000,00

Importo contrattuale

€.

1.004.022,50

Somme a disposizione dell’amministrazione

€.

86.581,12

 

 

 

Importo totale progetto

€.

1.090.603,62

 

“Alla Nicolaj viene riconosciuto, oltre alla  normale attività svolta, anche un importo aggiuntivo pari a 262.800 euro con la dicitura ‘conferimento a discarica’. In sostanza si riconosce alla Nicolaj le spese di trasporto dei materiali presso la discarica Bleu di Canosa di Puglia come se la responsabilità di tutto quanto accaduto fosse da ricondurre alla Committenza, nonostante questo onere sia stato previsto e remunerato in sede progettuale”, sostengono i consiglieri. “Non osiamo immaginare a cosa si sarebbe andati incontro se l’Impresa Nicolaj avesse scelto una discarica situata in Francia, in Inghilterra o oltre oceano”. A conti (dell’opposizione) fatti, i “regali” concessi dall’amministrazione pubblica alle imprese private sarebbero di 486.600 euro: 223.800, più 262.800 euro. “In pratica due gare per complessivi 1,590 milioni destinano illegittimamente, e con profili di possibili reati penali, un terzo di questa somma per oneri non previsti in sede di gara”, concludono Enzo Del Vecchio e Fausto Di Nisio.

 

Approfondimenti: Dragaggio

 

Daniele Galli


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