Alla consigliera piacerebbe sapere da Fioriti su che base è stata effettuata la verifica degli utenti, con quale parametro: “perché se fosse come lui dice, significherebbe che i 46 lavoratori precari che fino al 27 settembre hanno coperto il servizio, formati dall’Ente e specializzati in politiche del lavoro per dare risposte concrete all’utenza, non sono mai serviti a nulla se le attuali 13 unità di personale a tempo indeterminato destinato a coprire per tre mesi servizi (dietro incentivo) li ha soppiantati in tutto e per tutto”, sostiene. In effetti, quella di Fioriti, appare come una giustificazione coerente alla mancata stabilizzazione dei precari da parte della Provincia. Ciò ammesso e non concesso dalla Allegrino, il suo successivo quesito è riferito alla proposta di creazione di una società in house per riassorbirli o di esternalizzazione dei servizi.
La risposte arriverà, si spera. Intanto la Allegrino ritiene questa: “un’affermazione gravissima, se consideriamo che la Provincia, nei suoi compiti specifici ha proprio quello di occuparsi di politiche del lavoro generando occupazione, favorendo l’incontro di domanda e offerta di lavoro, non creando nuovi disoccupati, com’è invece successo con i 66 precari, mandati a casa senza un’alternativa concreta e soprattutto senza valutare le conseguenze personali e familiari della perdita di un posto di lavoro per molti ricoperto per dieci anni”.
Daniele Galli