Civitella del Tronto, le “amichevoli” procedure di alienazione: il caso

Civitella del Tronto.  Alienazioni fatte senza un preciso regolamento e su richiesta dei privati.

 

La riflessione arriva da Giuseppe Zunica, capogruppo di Inversione di Rotta, che pone in evidenza l’ultima seduta del consiglio comunale, circostanza nella quale tra le proposte è stata esaminata anche quella di un amministratore. Zunica non fa il nome, ma il riferimento è al vicesindaco Mario Tulini. Richiesta definita “inopportuna”.

 

Diverse volte l’assise comunale”, sottolinea Zunica, ” è stata chiamata in causa per vagliare richieste di cessione di beni immobili come relitti stradali, piccoli terreni e altro sicuramente non strumentali per l’ente, ma proprio per la loro non funzionalità regolamentati dal legislatore.

 

 

Gli enti locali “normali” predispongono un regolamento, viene stilato un elenco dei beni non strumentali per l’ente, puntualmente aggiornato, dopo di che vengono avviate tutte le procedure del caso. Ciò non avviene nel nostro Comune, dove si percorre il sistema inverso: c’è la richiesta del privato, la relazione di un tecnico esterno, lautamente pagato, che fa una stima dei beni da alienare o permutare sia dal punto strumentale che economico, poi il tutto viene portato in consiglio comunale per la ratifica. Non ci vuole uno scienziato per capire che quando il faldone approda in consiglio, salvo ripensamenti e dubbi dell’ultim’ora della maggioranza, l’iter va in porto.

 

Più volte ho contestato questo modo di fare e ho sollecitato la maggioranza a fare una ricognizione dei beni da sdemanializzare e successivamente di inserirli nel “Piano delle alienazioni e valorizzazione”, in modo poi da procedere con iter limpidi e pubblici : purtroppo non sono mai stato ascoltato”.

 

Poi c’è il caso in questione.

 

“Nell’ultimo consiglio”, prosegue, ” oltre a richieste di privati è giunta pure quella, secondo me inopportuna di un assessore, che ha permutato una sua area con una limitrofa e un’altra non attigua al proprio corpo abitativo adducendo, tra il serio e il faceto, la necessità di ricavarne un posto auto, come se a Villa Lempa mancassero opportunità di parcheggio.

 

Il politico locale ha potuto usufruire di una posizione di privilegio conoscendo dal di dentro tutto l’iter ? Se il bene veniva inserito nel “Piano delle alienazioni e valorizzazione”, e quindi si doveva procedere con evidenza pubblica, forse si dava la possibilità a una platea più ampia di poter concorrere all’acquisizione di quel “posto auto”?

 

Non è mia intenzione emettere “sentenze”, sto riportando solo fatti. È compito della minoranza mettere in evidenza ciò che è socialmente rilevante per una comunità, o almeno si ritiene tale”.

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