Tortoreto vertenza Betafence: sì alla “solidarietà” no al piano industriale FOTO VIDEO

Tortoreto. Per certi versi sembra essere tornati al punto di partenza, quello comunicato in un caldo pomeriggio d’estate.

 

Un drastico taglio del personale (oltre due terzi) e dismissione di alcune linee produttive, che sarebbero poi trasferite altrove.

E’ uno scenario che appare quasi automatico se si analizza il piano industriale pensato dalla Presidiad, il fondo internazionale che controlla la Betafence di Tortoreto. L’azienda che opera nel settore metalmeccanico con la produzione di reti e recinzioni metalliche. Quasi a voler suonare la sveglia in vista del tavolo regionale con tutte le parti sociali, in programma giovedì 4 febbraio (mancherà la parte inglese dell’azienda), i lavoratori hanno dato vita ad un’assemblea, questa mattina, nel piazzale antistante lo stabilimento della bonifica del Salinello. E nell’occasione, i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil e Rsu aziendali hanno ribadito la propria posizione e la volontà di aprire una trattativa solo a certe condizioni.

In primis un contratto di solidarietà per i 146 dipendenti dell’azienda di Tortoreto, che poi sarebbe un elemento di garanzie per la situazione reddituale per le stesse maestranze e prevedere incentivi all’esodo, ma per un numero limitato di lavoratori. Ma ovviamente, le altre richieste che saranno ribadite sul tavolo, peraltro anticipate alla stessa Regione, è quello di posticipare il piano industriale che la proprietà vorrebbe far partire da ottobre 2021, e nessuna dismissione e peggio ancora di delocalizzazione delle linee.

 

Con un piano industriale che prevede 100 esuberi, con il mantenimento di una forza lavoro ridotta, fanno notare sindacati e maestranze, significa non ritenere più strategica l’azienda di Tortoreto. E su questo i sindacati apriranno un confronto, che potrebbe presagire, qualora la posizione della proprietà sarà irremovibile, la ripresa della mobilitazione

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