Il Segretario FCCN, Coordinamento Nazionale Fusioni Comuni, Carlo Clementoni segnala quanto avvenuto ad un cittadino teramano che ha chiesto l’anonimato, nei rapporti con la Ruzzo Reti.
“La Ruzzo Reti Spa, oltre ad essere perennemente indebitata è stata al centro di polemiche per le modalità di assunzione di qualche dipendente, ma anche per anacronismi organizzativi. Come non ricordare che fino a pochi anni fa per un allaccio bisognava andare a Teramo con un assegno oppure spedirlo per posta a proprio rischio. Ritardi telematici che nemmeno la pandemia sembra aver risolto”.
E prosegue: “In questa circostanza l’azienda prima ha causato un disservizio e poi, tramite call center, ha invitato l’utente a recarsi a Teramo sobbarcandosi 50 km con la beffa di dover pagare pure gli interessi. A distanza di un mese il cittadino sta ancora aspettando una risposta al reclamo presentato via PEC. Quando parliamo di anacronismi non ci riferiamo all’assenza di una app, che sarebbe opportuna, ma della semplice gestione amministrativa. Al riguardo la Ruzzo Reti Spa non si è accorta che qualcuno da ben due anni non stesse pagando le bollette. Ad avvertire la società anche se distratto dalla quotidianità è stato lo stesso utente. Il fatto è avvenuto sulla costa lontano dal cratere o indigenze. Nessun alibi aziendale, dunque. Cosa è accaduto? Sembra che due anni fa l’ufficio che si occupa del mandato SEPA non abbia saputo gestire una banale variazione delle coordinate bancarie. Ad ogni modo nessuno si è degnato di inviare una diffida di messa in mora come previsto dalla normativa quando non si paga da un mese. Una falla che, scommettiamo, potrebbe favorire qualche furbetto vista la recente riduzione della prescrizione da 5 a 2 anni proprio sulle bollette dell’acqua?”.