I termosifoni possono rappresentare un danno enorme al portafogli, il limite preciso da non superare per evitare di avere dei rincari nei prezzi.
Ormai l’inverno ha fatto il suo arrivo con temperature al di sotto dello zero soprattutto al nord. E se al sud fa ancora abbastanza caldo, il gelo sta scendendo al centro e arriverà poi anche al mezzogiorno. Abbiamo parlato spesso delle stufe a pellet, considerandole fondamentali per riscaldare ambienti ampi, è innegabile però che la maggior parte degli italiani continui a utilizzare i termosifoni come metodo di riscaldamento. Localizzati in tutte le stanze, spesso sono anche a uso condominiale per il quale non siamo noi a scegliere in prima persona.
Oggi però vogliamo informarvi in merito a dei rischi economici piuttosto importanti che potete correre coi termosifoni. Il rischio è di dovervi trovare a fare i conti per arrivare a fine mese e questo momento verrà protratto ancora a lungo perché siamo solo all’inizio. Fino a marzo/aprile, e dunque nei prossimi cinque mesi, molti dovranno affrontare la spesa per i riscaldamenti alla quale sarebbe meglio non aggiungere ulteriore carico. E se si può risparmiare, perché non farlo?
Il tuo portafoglio può subire un danno non di poco conto se accendi i termosifoni in queste ore, andiamo dunque a vedere come fare e come regolarci con l’arrivo del freddo. In pochi sanno che i termosifoni sono regolamentati in maniera decisamente rigida in tutto il paese e che se si sbaglia in questo senso si rischiano delle sanzioni importanti. L’Italia è divisa in sei zone all’interno delle quali è fondamentale seguire delle regole.
La Zona A è quella che viviamo tra Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle, qui si possono accendere i termosifoni tra l’1° dicembre e il 15 marzo per un massimo di 6 ore al giorno. Si passa alla Zona B, che scivola dalla Sicilia alla Calabria, dove invece si parte allo stesso modo ma si chiude tutto il 31 marzo con un massimo di 8 ore al dì.
La Zona C invece è quella che si sviluppa nella fascia tra Puglia, Campania e Sardegna, si accendono il 15 novembre per tenerli accesi massimo 10 ore al giorno fino al 31 marzo. Saliamo nell’alta Campania e alta Puglia, su Lazio, Umbria, Toscana, Abruzzo e Liguria per averli accesi dal 1° novembre al 15 aprile per massimo 12 ore al giorno nella Zona D. Si passa alla Zona E dove troviamo Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Friuli, Veneto e Marche per 15 ore li possiamo accendere tra 15 ottobre e 15 aprile.
Concludiamo questo viaggio con la Zona F dove tra Belluno, Cuneo e Trento non esistono restrizioni. Insomma delle fasce da rispettare per evitare delle multe che andrebbero a pesare sul nostro portafoglio in maniera sensibile. Si parla di un minimo di 500 euro di multa fino a un massimo di 3mila.