Il Fisco monitora versamenti e prelievi sul conto corrente. Ogni contribuente potrebbe finire al centro di un accertamento, come evitarlo?
Gli strumenti in mano del Fisco per combattere l’evasione fiscale sono numerosi. Ora c’è anche l’Intelligenza Artificiale ad aiutare nell’individuare possibili contribuenti a rischio. Sapete che anche voi potete finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate?
Tutti gli italiani potrebbero ricevere un avviso di accertamento da parte del Fisco. Capita quando l’anonimometro, ad esempio, individua possibili rischi a causa di incongruenze e operazioni sospetto. Gli algoritmi ideati per contrastare l’evasione fiscale si basano su specifici parametri al fine di segnalare un contribuente che potrebbe eludere la normativa. Il Fisco, però, non si basa solo su strumenti informatici.
Non appena scatterà l’allarme la palla passerà ad impiegati che controlleranno lo stile di vita del possibile evasore e valuteranno se proseguire con l’accertamento o meno oppure se è necessario inviare lettere di compliance per invitare il cittadino a regolarizzare la propria posizione il prima possibile. Ma quand’è che scatta questo allarme? Quali sono le operazioni a cui prestare attenzione per evitare di finire nel mirino del Fisco? Sappiamo che quando facciamo un bonifico dobbiamo compilare correttamente e con chiarezza la causale. E quando versiamo soldi?
Secondo il Fisco i soldi che si versano sul conto corrente sono da considerarsi reddito e dunque soggetti a tassazione (presunzione bancaria). Per evitare che ciò accada il contribuente dovrà dimostrare che le somme derivano da fonti di reddito già tassate o esenti da tassazione come donazioni o vincite al gioco.
La direttiva che i versamenti su un conto corrente si debbano considerare nella quantificazione del reddito vale anche per i professionisti e i lavoratori autonomi.
Solo fornendo prove contrarie alla relativa presunzione bancaria si potranno togliere le somme da conteggio. Il conto corrente, dunque, è un alleato del Fisco perché permette di verificare il reddito reale dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti. I versamenti sono sicuramente soggetti a maggiori controlli rispetto ai prelievi ma anche questi ultimo possono far scattare accertamenti.
Sono un elemento valido per dimostrare che le scritture contabili e la documentazione contabile siano attendibili o meno. Pure i prelievi effettuati da un autonomo o professionista originano la presunzione bancaria perché potrebbero essere usati in operazioni in contanti che darebbero origine alla produzione del reddito. In conclusione, il consiglio per evitare problemi con il Fisco è di effettuare qualunque pagamento con mezzi tracciabili.