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Economia e Finanza

Spese di condominio addio: nel 2025 non devi più pagarle, lo dice la legge

Le spese condominiali, sommate a tutte gli altri costi di gestione mensili, possono essere un problema di non poco conto per le famiglie. Nel 2025 ce ne sono alcune che si può evitare di pagare: di quali si tratta e come fare a capire se non sono più dovute.

I costi di gestione e mantenimento di una casa sono quelli che incidono maggiormente sul bilancio di una famiglia italiana. Fare un calcolo preciso di quale sia l’ammontare è complicato poiché la situazione è abbastanza eterogenea non solo in base alla zona di riferimento (i costi di acquisto e affitto variano in base alla regione ma anche alla città e ai guadagni medi della popolazione) ma anche in base alla tipologia di appartamento o casa.

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In base ai dati forniti da Eu-Silc relativi all’anno d’imposta 2021, in media gli italiani che sono proprietari di casa spendono mensilmente 320 euro solo per la gestione dell’immobile, una cifra che sale a 540 euro mensili per chi è in affitto e addirittura a 740 euro per chi ha contratto un mutuo. Chiaramente si tratta di una media nazionale, per altro riferita a 4 anni fa. Le cifre di quest’anno ancora non sono disponibili, ma comunque nei tre anni intercorsi da questa disamina non sono variate di molto né in positivo né in negativo.

Ma quali sono queste spese fisse relative agli immobili? Chiaramente ci sono le bollette di gas, luce e acqua, a cui aggiungere le tasse obbligatorie e per chi non ha una casa di proprietà già pagata quelle di affitto e del mutuo. A queste bisogna aggiungere come spese fisse quelle condominiali, per le quali si paga solitamente una retta mensile utile a coprire i costi di gestione di elettricità, acqua e gas e dell’amministratore.

Quanto incide il condominio nel budget familiare

Qualora scegliate di acquistare una casa in condominio, le spese relative alla gestione del bene comune e dunque dell’edificio in cui si trova l’appartamento, sono obbligatorie per legge. A stabilirlo è l’articolo 1104 del Codice Civile che sancisce che chiunque acquisti un immobile deve farsi carico delle spese condominiali già a partire dalla firma del rogito. Le spese non sono escluse o evitabili nemmeno se l’appartamento acquistato rimane vuoto o inabitato per tutto l’anno.

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Parlando esclusivamente dei costi di gestione ordinari, la media mensile dei costi di condominio in Italia è di 100 euro. Le statistiche raccolte in questi anni svelano che la retta mensile varia dai 20 fino ai 200 euro in base a quelli che sono i servizi offerti dal condominio ai propri inquilini e chiaramente alla zona in cui si trova l’abitazione.

A questi costi fissi possono poi aggiungersi quelli straordinari, relativi a lavori di manutenzione obbligatori dell’edificio. In linea di massima ogni condomino è obbligato a versare la propria parte per le spese straordinarie delle parti comuni che sono, in base a quanto sancito dall’articolo 1117 del Codice Civile, il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, i muri maestri, i pilastri e le travi portanti, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni di ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e le facciate.

Una specificazione va fatta per coloro i quali abitano in affitto. Le spese ordinarie in questo caso sono a carico di chi abita nell’appartamento – quindi l’affittuario – mentre quelle straordinarie rimangono a carico del proprietario dell’immobile.

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Quando è possibile evitare i pagare le spese condominiali nel 2025

L’esigenza di dover fare fronte a tante spese nel corso del mese può comportare un ritardo nel pagamento delle quote mensili del condominio e soprattutto in quelle relative alla spese straordinarie. Queste ultime infatti possono richiedere ingenti somme di denaro che non necessariamente il condomino ha a disposizione.

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L’amministratore di condominio ha facoltà di richiedere il pagamento delle somme dovute, ma ci sono circostanze che consentono ai condomini di non doverle più versare. A stabilirlo è l’articolo 2948 del Codice Civile, grazie al quale sono stati fissati i termini di prescrizione relativi ai debiti non saldati. Questo prevede che le spese ordinarie cadono in prescrizione dopo 5 anni mentre quelle straordinarie dopo 10 anni.

In ogni caso questo termine può essere interrotto tramite l’invio di atti ingiuntivi di pagamento da parte dell’assemblea condominiale, inviati entro i 30 giorni successivi alla delibera sulla richiesta di pagamento dei crediti inerenti agli anni precedenti. Ecco quali atti interrompono la prescrizione:

  • Raccomandata con avviso di ricevimento;
  • Notifica di decreto ingiuntivo;
  • Atto giudiziale per recupero crediti.

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Chiunque dunque avesse debiti con il condominio risalenti ai primi mesi del 2020 o agli anni precedenti, per i quali non si è ricevuto alcun sollecito o notifica di pagamento, o ancora la ricezione di un atto giudiziario volto al recupero dei crediti, può considerarlo definitivamente estinto.