Per alcuni questa mattina WhatsApp non era ancora funzionante, mentre per altri la situazione sembra essere tornata alla normalità, ieri compariva il fatidico tweet ‘Abbiamo un problema ai server. Ritorneremo il prima possibile’.
Sone seguite quattro ore di silenzio, il servizio di messaggistica bloccato e gli utenti impazziti in un tam tam online di lamentele per l’improvvisa interruzione di cui non si aveva una spiegazione.
E poi: WhatsApp service has been restored. We are so sorry for the downtime…
Sappiamo che negli scorsi giorni Whatsapp è stata comprata da Facebook per la cifra record di 19 miliardi di dollari.
Dunque tra i motivi del mancato funzionamento in Rete si è parlato di un attacco hacker, sebbene non ci siano conferme, contro l’acquisizione di Zuckerberg che potrà controllare quasi l’intero traffico di messaggi di tutto il mondo, possedendo il social per eccellenza Facebook e il più famoso servizio di messaggistica Whatsapp.
Ma gli hacker tendenzialmente rivendicano i loro attacchi e comunque non sono soliti colpire i mezzi di informazione essendo contrari alla censura.
Invece proviene da TechCrunch la teoria più accreditata, la quale spiega che a seguito dell’acquisizione, sia stata avviata una operazione di backup della piattaforma colpevole di aver comportato il blocco dell’applicazione.
Inoltre come spiega Josh Constine sempre su TechCrunch, probabilmente gli oltre sei mila impiegati di Facebook pare non siano stata messi al lavoro per potenziare l’app.
La spiegazione ufficiale del down non è stata ancora data e sarebbe giusto dare una motivazione appropriata anche a coloro che si sono visti recapitare il messaggino di richiesta di pagamento, non certo per l’esigua somma, ma più per la beffa.
Una nota simpatica se la guadagnano gli “sciacalli” dei brand, che attenti come vere sentinelle hanno ripetuto ciò che già avevano fatto durante il black out del Super Bowl e ne hanno approfittato per farsi pubblicità su Twitter.